Russia XIX secolo, una serva della gleba che correva più veloce di un cavallo, secondo il test del Dna, “non è umana”, si trattava di una Yeti? Lei viveva tra le montagne del caucaso, ed era ricoperta di una folta pellicca, aveva un’eccezionale forza, e correva più veloce di un cavallo. Un professore di genetica ha analizzato il dna dei suoi 6 discendenti ancora viventi.Molti ricercatori hanno passato la loro vita a ricercare il mitico “bigfoot ” una sorta di ominide, un genetista asserisce di avere trovato le prove per dimostrare che lo yeti è realtà e non solo un mito. Il professor Bryan Sykes, dell'Università di Oxford afferma che una donna di nome Zana, viveva in russia nel XIX secolo, e sembrava “metà umana e per metà scimmia” e avrebbe potuto essere il leggendario yeti. Zana era alta 6 piedi e 6 pollici (197 cm) fu trovata nelle montagne del caucaso tra la russia e la georgia. Essa aveva “tutte le caratteristiche di un animale selvaggio ' ed era ricoperta di spessi capelli ramati.
Rappresentazione artistica dell’aspetto di Zana
La nipote di Zana, e la foto del figlio Khwit.
L’analisi del Dna dimostra che Zana era africana e viveva nel Causaso.
Zana venne scoperta e catturata, nella regione di Ochamchir in Georgia occidentale - da un commerciante locale che per catturarla assunse un gruppo di cacciatori venne poi portata nella sua tenuta in Tkhina
Secondo il professor Bryan Sykes, Zana vagava per le montagne della remota regione del Ochamchir nel Caucaso, dove i suoi stessi antenati hanno vissuto per molte generazioni. Un mercante insieme a dei cacciatori la catturò, nel 1850,
e la portò nella sua tenuta in Tkhina qui la domò, tenendola in “ una fossa circondata da picchi affilati”.
Zana venne venduta più volte, fino a quando venne venduta come serva al nobile Edgi Genaba
Zana era conosciuta come la “donna scimmia” ed ebbe almeno 4 figli da uomini della zona, e i suoi discendenti vivono ancora nella regione russa, afferma il Times.
Il professore Sykes ha effettuato test sulla saliva su 6 suoi discendenti tutt’ora viventi, e sul dente di Khwit, il figlio di una pronipote di Zana, ora defunto. L’analisi del dna, ha rivelato che tutti i campioni contenevano il dna africano di zana, ciò dimostra che essa fosse “al 100% africana” ma nonostante ciò Zana non assomiglia ad alcun gruppo umano noto.
Il Professor Bryan Sykes dell'Università di Oxford ha analizzato il DNA dei suoi parenti ancora in vita nella regione del Caucaso e ha trovato il gene africano
Un mito? I primi resoconti della presenza di Yeti risalgono al XIX, secondo i buddisti la creatura abita sull’ Himalaya
nella testimonianza di uno zoologo russo che vide lo Yeti nel 1996, la creatura è così descritta: !la caratteristica più spaventosa delle quali era la sua espressione che era animale puro”.
Nel suo libro 'Nature of the Best', il professor Sykes sostiene che Zana potrebbe essere il yeti, nelle testimonianze che ha raccolto, si afferma che Zana avesse una grande forza fisica, poteva correre più veloce di un cavallo e nuotare nel fiume agitato di Moscova.
Alcuni sostengono che Zana fosse una schiava ottomana, in fuga. Ma per il professor Sykes il suo 'DNA senza precedenti' confuta questa teoria.
Secondo Sykes gli antenati di Zana uscirono dall’Africa oltre 100.000 anni fa e vissero nel Caucaso remota per molte generazioni.
Zana venne quindi addomesticata dal nobile che la comprò come schiava, e visse nella sua tenuta in Tkhina nella Repubblica di Abkhazia. Secondo i resoconti dell’epoca Zana era incredibilmente muscolosa, dormiva all’aperto, e fino alla sua morte avvenuta nel 1890 non indossò abiti, rimanendo sempre nuda.
Nonostante la mancanza di prove ufficiali, dall'analisi dei presunti «peli di yeti", il professor Sykes dove aver ascoltato decine di testimoni afferma di Essere certo che “qualcosa è là fuori” e che sia probabile che Lo yeti (chiamato anche bifgoot o Alma) vivono in regioni inaccessibili e scarsamente popolate.
I primi resoconti sugli Yeti, provengono dai buddisti nel XIX secolo, loro affermavano che fosse una creatyura che abitava sull'Himalaya. Lo raffiguravano come una creatura somigliante ad una scimmia che portava una grande pietra come arma e che produceva una sorta di fischio.
Nel 1832, un esploratore in Nepal affermò di aver visto una , creatura bipede coperta con lunghi capelli scuri, che sembrava a fuggire per la paura.
L’Interesse generale per la creatura è aumentata nel XX secolo quando i turisti hanno incominciato a fare viaggi nella regione per catturare lo Yeti. E riferivano di aver visto strani segni sulla neve.
fonte
http://www.dailymail.co.uk/news/article-30...-DNA-tests.html