Aurora Project Forum -UFO-Alieni-Archeologia Misteriosa-Sumeri-Astronomia-Libera Informazione-Cospirazioni-

La disinformazione di Wired.it

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 4/8/2014, 11:10     +1   -1
Avatar

Presidente Gruppo Aurora

Group:
Administrator
Posts:
6,563
Location:
Antartide

Status:


Ecco come si fa disinformazione da manuale.
Il sito Wired.it, noto per ospitare scartafacci del pallista svizzero Paolo Attivissimo, si cimenta nella più classica (nonchè ridicola) operazione di debunking del caso Roswell.
Operazione per gonzi molto semplice e classica, ovvero, dicendo che siccome il famoso Santilli Footage era un falso, di conseguenza anche tutta la vicenda Roswell è una bufala per creduloni, il tutto in un presuntuoso articoletto anonimo, senza uno straccio di firma.
Uno scartafaccio sotto tutti i punti di vista creato ad hoc per mettere confusione, passando dal Roswell crash, il Santilli Footage e le denigrazioni a Charles Berlitz, colpevole di aver scritto libri su "l'inesistente mistero del Triangolo delle Bermuda".
L'italiota medio è un gonzo che vive cibandosi di "Pierangelate", ergo se lo dice "wired" (per la serie "chicazz'è ?"), che mischia storie e argomenti che non c'entrano nulla tra loro, allora dev'essere sicuramente tutta una balla e sicuramente non si prenderà mai la briga di informarsi sull'argomento.
Dulcis in fundo wired ha risolto ogni mistero: non si trattava di un pallone metereologico bensì di un progetto top-secret che utilizzava microfoni a bassa frequenza in alta quota per cercare di monitorare esplosioni atomiche dei sovietici, il progetto Mogul, balle trite e ritrite propinate dalla CIA da un ventennio, ma sempre buone per ogni stagione e per il gonzo "pierangelino" di turno.

Fox


L'articolo originale.

La bufala degli alieni precipitati a Roswell
Continua il nostro giro del mondo in compagnia delle bufale. Questa settimana andiamo a Roswell, New Mexico
Non si direbbe, ma quella degli alieni che visitano la Terra è un tipo di bufala piuttosto datata. I giornali cominciarono a (s)parlare di astronavi schiantate già verso la metà del XIX secolo e, allora come adesso, i testimoni descrivevano sia i velivoli che i loro occupanti in maniera identica alla letteratura pulp del periodo. Come mai nessun ufologo odierno sembra preoccuparsi che una volta gli alieni viaggiassero su astronavi con parti di legno e bronzo (oggi defineremmo il loro aspetto steampunk) e indossassero ridicole tute spaziali, mentre col tempo i mezzi di trasporto hanno assunto un aspetto più avveniristico e i visitatori extraterrestri sono diventati dei nanetti grigi dall’enorme testa pelata?

A ogni modo, nessun presunto incidente è centrale nella moderna mitologia ufologica quanto quello che si sarebbe verificato nel 1947 a Roswell, New Mexico (Usa).

1947
Tutto comincia, come spesso accade, con un articolo. L’8 luglio sul Roswell Daily Record esce in prima pagina un pezzo titolato La Raaf cattura un disco volante in un ranch nella regione di Roswell.
Nel testo si può leggere un comunicato ufficiale della Roswell Army Airfield (Raaf, una base militare) che effettivamente spiega come, su segnalazione del proprietario del ranch William Mac Brazel, fossero stati recuperati i rottami di un “disco volante” e come questi attendessero di essere esaminati. Il pittoresco comunicato era stato ordinato dal colonnello William H. Blanchard, ma era stato scritto e diffuso da un giovane e inesperto addetto alle relazioni esterne, il tenente Walter Haut, senza dare al suo superiore possibilità di controllarlo.

Mentre i cittadini di Roswell leggevano sbalorditi queste incaute dichiarazioni, i misteriosi rottami erano arrivati alla Carswell Air Force Base, in Texas. Il giorno successivo il generale di brigata Roger Ramey convocò una conferenza stampa e spiegò che i rottami non erano altro che i resti di un pallone meteorologico.

Se gli stessi eventi si ripresentassero oggi, probabilmente i social network sarebbe inondati di commenti indignati e si costituirebbero movimenti che pretendono la verità su Roswell, ma nel 1947 la spiegazione ufficiale fu più che sufficiente a smontare il caso e, anzi, l’incauto ufficiale fu sbeffeggiato anche dai giornali.

Rinascita
Il mito di Roswell emerge infatti decenni dopo col libro del 1980 The Roswell Incident di Charles Berlitz e William L. Moore. Anche se questi nomi non ci dicono molto, Berlitz è tra gli autori che dobbiamo ringraziare per aver plasmato l’inesistente mistero del Triangolo delle Bermuda. A più di trent’anni dai fatti, alcuni testimoni avevano cambiato la loro versione e comparirono particolari mai nominati prima, che gli esperti autori guidarono nella direzione di una gigantesca operazione di insabbiamento volta a proteggere il segreto dei segreti: l’esercito ha le prove dell’esistenza degli extraterrestri.

I ricordi, con tre decenni di stagionatura, possono diventare molto suggestivi: riguardo ai rottami recuperati, le decorazioni sul nastro adesivo diventarono “geroglifici alieni“, si scoprì che i bastoni in legno di balsa “non bruciavano” e che la stagnola era a “memoria di forma“. Ma oltre a queste testimonianze, spesso di seconda o terza mano, non c’è assolutamente nessuna prova che i leggerissimi rottami recuperati avessero qualcosa di extraterrestre, eppure furono più che sufficienti a riaprire il caso Roswell e a farne il mito moderno che è ora.

Il progetto Mogul
Oggi sappiamo che la spiegazione ufficiale fornita nel 1947 non era la verità. Il pallone c’era, ma non si trattava di un dispositivo meteorologico: faceva parte di un progetto top-secret che utilizzava microfoni a bassa frequenza in alta quota per cercare di monitorare esplosioni atomiche dei sovietici, il progetto Mogul. Per la precisione si trattava del volo numero 4, lanciato da Alamogordo Army Air Field, in New Mexico. Prima che le batterie si esaurissero, il dispositivo era stato localizzato ad Arabela, a solo una ventina di chilometri dal ranch di Mac Brazel. Quindi sì, i militari avevano (comprensibilmente) omesso diversi particolari riguardo ai rottami, ma non stavano nascondendo nessuna astronave. Per i veri credenti, tuttavia, il progetto Mogul è solo un altro tentativo di insabbiamento da parte dei militari e chissà quali altri poteri forti. Curioso come, con tanti mezzi e risorse a disposizione per nascondere un disco volante, nel 1947 sia stato proprio l’esercito a farsi sfuggire un comunicato che ne confermava l’esistenza… ma questo è il bello della teoria del complotto: l’infallibilità dei cospiratori dipende dal contesto.

L’autopsia aliena
Spostiamo ora negli anni ’90, per la precisione nel 1995. La sera del 26 agosto l’Italia è incollata al teleschermo per guardare l’anticipatissimo Speciale Ufo della trasmissione Misteri. Dalla rete che ospiterà Voyager, cioè Rai2, apprendiamo l’esistenza di un filmato che mostrerebbe nientemeno che l’autopsia di uno degli alieni precipitati a Roswell, eseguita da personale militare. Il cameraman in persona lo avrebbe venduto al produttore britannico Ray Santilli e nell’estate del ’95 quest’ultimo stava facendo affari d’oro rivendendone i diritti alle tv di tutto il mondo: come poteva essere altrimenti mentre la serie X-Files stava diventando un cult?
Gli scettici (tra cui persino alcuni ufologi) e diversi esperti hanno fatto immediatamente notare diverse cose che non tornavano. Per esempio: un’autopsia è essenzialmente una raccolta dati, tutti i particolari vengono misurati e archiviati in vari modi, mentre nel filmato vediamo solamente un uomo che tagliuzza maldestramente un presunto corpo estraendone dei pezzetti, mentre il cameraman gli ronza attorno eseguendo inquadrature suggestive, ma scientificamente inutili. Molti altri ufologi invece, come si può vedere anche nella trasmissione italiana, erano già pronti a mettere la mano sul fuoco riguardo all’autenticità del filmato.

Sarà stato forse per evitare qualche imbarazzo che nessuno Speciale Ufo è andato in onda nel 2006, quando Ray Santilli ha confessato di aver girato il filmato a Londra assieme a un piccolo gruppo di amici e collaboratori? L’alieno non era altro che un manichino creato dallo scultore John Humphreys e riempito di frattaglie di pollo e pecora, ma a tanti entusiasti pseudoscienziati è bastato. Secondo Santilli il filmato che lo ha reso ricco sarebbe un rifacimento di una autentica autopsia aliena che il produttore avrebbe davvero visto proiettata, ma la cui pellicola, ahimè, si sarebbe poi deteriorata rendendola inutilizzabile. Dell’esistenza di questa seconda, fantomatica, pellicola abbiamo solamente la parola di Santilli, la cui impresa è anche raccontata dal film comico Alien Autopsy (2006), da lui prodotto.

Secondo i veterani dell’investigazione antibufala Joe Nickell e James McGaha (Csi, The Committee for Skeptical Inquiry) accade spesso con gli ufo che, dopo un apparentemente tombale debunking delle prime affermazioni, segua un lungo periodo di quiescenza. Durante questo intervallo di calma apparente, i credenti più ferventi continuano a elaborare teorie su teorie, assimilando il caso nel folklore. Alla fine il caso ufologico torna nei media in una forma molto più virulenta e si diffonde.

Nickell e McGaha la chiamano, appunto, la sindrome di Roswell.

http://www.wired.it/scienza/spazio/2014/08...alieni-roswell/
 
Web  Top
0 replies since 4/8/2014, 11:10   38 views
  Share