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Ennesima prova che Milena Gabanelli sta dalla parte della delinquenza finanziaria

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view post Posted on 28/10/2013, 20:21     +1   +1   -1
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Sono totalmente d'accordo con l'articolo scritto da Claudio Martini che COMEDONCHISCIOTTE (miglior blog di informazione libera) ha pubblicato.
Martini ha fatto bene ricordare la puntata sull'austerity che Riccardo Jacona ha dedicato un mesetto fa spiegando con precisione e grande onestà i risultati ottenuti con i tagli alla spesa pubblica.
Domenica sera Milena Gabanelli ha risposto con una puntata vergognosa intervistando tutti coloro che sostengono che i sacrifici e le misure che ci impone la delinquenza finanziaria ,siano sacrosanti e chissenefrega se in un solo anno sono stati persi piu o meno un milione di posti di lavoro.Vorrei dare un consiglio alla giornalista bolognese, la smetta di mandare in onda servizi sugli operai che perdono il posto di lavoro e che vanno fare la fila alla Caritas, lei con certe puntate le insulta, li ferisce con valanghe di ipocrisia.
Che la Gabanelli stia dalla parte delle banche, lo si era capito quando sostenne che il contante andrebbe abolito ,esattamente come la pensano i vari Letta,Monti ecc ecc.
Il post ricorda anche che la stragrande maggioranza del Movimento 5 Stelle voleva la Gabanelli come Presidente della Repubblica. Cominciamo col dire che il progetto di Grillo e Casaleggio di unire estrema sinistra con estrema destra è stato fallimentare e lo si sapeva fin dall'inizio perchè in questo paese è impossibile farli ragionare. Volevano lei come presidente per un motivo semplice:tranne qualcuno (Carlo Sibilia in primis) di economia non sanno un fico secco e continuano a pensare,come il 90% del popolo italiano, che siamo nella merda per colpa della casta da 6,5 miliardi di euro. Tu quando senti Vito Crimi dire:"Se siamo in questa situazione è colpa di chi sta dall'altra parte del parlamento", io posso rispondergli che sul piano della Giustizia sono d'accordo, sul disastro economico no. La crisi è scoppiata con il crollo della Lehman Brothers che non c'entra nulla con Berlusconi, Bersani o Casini e che hanno provocato un calo del Pil dall'8%. Ma siccome la Gabanelli dedica quasi il 100% del suo programma agli sprechi (con quelli al massimo ti compri il gelato), è normale che i grillini la vedono come la donna che può salvare il paese.
Parlando del Portogallo.Due anni fa i mercati finanziari erano entusiasti dai tagli che fece il governo portoghese ed erano incazzati per le mancate privatizzazioni di quello italiano.Adesso,come in Portogallo, si vuole privatizzare la Croce Rossa e davanti a Montecitorio c'è gente che protesta.E la Gabanelli gode.

Chi ha ancora il coraggio di guardare la tv, e ha il fegato di frequentare Rai 3, ricorderà che circa un mese fa Riccardo Iacona, ideatore della trasmissione Presa Diretta, mise in onda una puntata di vera informazione sulla crisi dei cittadini europei, che illuminava il grande pubblico sulle autentiche responsabilità della crisi, intervistava economisti di valore come Emiliano Brancaccio e Bruno Amoroso, nonché personalità come Hans Olaf Henkel, e raccontava in maniera magistrale le lotte dei portoghesi contro la Troika.
Chi scrive ammette di essere trasecolato, davanti a un simile spettacolo. E chi si aspettava di veder affiorare certi concetti su una grande rete nazionale? Chi poteva immaginare una Rai che fa informazione?
Per fortuna Milena Gabanelli ha rimesso le cose in ordine, con la puntata di Report di lunedì 14 ottobre (preso disponibile in rete: consigliata la visione). La giornalista è riuscita agevolemente ad annientare quanto di buono costruito dal suo collega un mese prima. Niente voci "critiche". Piuttosto, le opinioni rassicuranti di economisti come Boeri e Perotti. Dopo averci a lungo intrattenuto sulle inefficienze e le assurdità della Pubblica Amministrazione e del fisco italiani (che nessuno nega, ovviamente), Report ci conduce in un'inchiesta sui motivi che spingono gli imprenditori a delocalizzare all'estero. Servizio sulla Polonia, con la voce narrante (è bene sottolinearlo) che cerca di porre in una luce favorevole i fatti narrati. Ci viene spiegato che in Polonia fare impresa è possibile, perché l'imposizione fiscale sulle imprese sono quasi inesistenti, esiste la possibilità di licenziare incondizionatamente e con breve preavviso, non esiste il Trattamento di Fine Rapporto, non esiste la tredicesima, e in generale si lavora più a lungo per meno. Stacco poi su come in Polonia i bambini vengano addestrati sin da piccoli ad acquisire la cultura imprenditoriale. Intervista alla locale Coordinatrice del Programma di Apprendimento dell'Imprenditorialità, che ci spiega che fin dalla tenera età i piccoli giocano al "Piccolo Bancomat", e che alle elementari si addestrano al gioco del "Piccolo Ministro delle Finanze", dove ai bambini è dato di decidere quali spese tagliare*.
Proseguendo, la Gabanelli individua nella carenza di produttività il vero guaio italiano, e addita chi parla di uscita dall'euro a ciarlatani che cercano di distrarre dai problemi reali. L'economista Lucrezia Reichlin ci spiega che l'idea di far acquistare i titoli del tesoro dalla propria Banca Centrale è "molto pericolosa", in quanto "toglie incentivi al risanamento dei conti". E perdere la disciplina di bilancio è ancora più pericoloso, perché "creerebbe inflazione", la quale è "una tassa occulta che distrugge i risparmi". Molto meglio, sempre per la Reichlin, che anche l'Italia accetti un piano di "aiuti" dalla BCE, con relativo commissariamento. La voce narrante conferma, e passa a intervistare un giornalista di Repubblica, il quale ci comunica che con l'uscita dall'euro i risparmi degli italiani sarebbero decurtati di un terzo. La voce narrante paragona l'uscita dall'euro a "una patrimoniale sui cittadini italiani di centinaia di miliardi"; "di gran lunga la soluzione più costosa".
Sistemati gli "uscisti", si passa alle soluzioni che si potrebbero adottare per far fronte all'innegabile crisi. La risposta non può che essere una: fare come la Germania. Vengono illustrati in maniera abbastanza chiara gli effetti delle riforme tedesche dei primi anni 2000: aumento della disoccupazione, delle disuguaglianze, perdita di redditi e diritti per i lavoratori. Ma tali scelte vengono ancora poste in una luce favorevole, sottolineando come abbiano avuto luogo in un momento di crescita dell'economia mondiale, quindi nel "tempo giusto". "A quei tempi la Germania è dimagrita, mentre noi siamo ingrassati, e adesso ci supera" dice la voce narrante, soddisfatta.
Infine, un accenno al Fiscal Compact. Iacona, giustamente, lo indicava come una sciagura. Invece, per gli "esperti" citati dalla Gabanelli, dire che il Fiscal Compact, se rispettato strangolerà l'economia italiana è, senza mezzi termini, "una cavolata"; "con un po' di inflazione e crescita economia il debito si aggiusta da solo". Come a dire, manco ce ne accorgeremo.
I nostri lettori non hanno bisogno che smonti una a una queste bufale. Né che spieghi perché è truffaldino chiamare "Unione" un'organizzazione che ha il solo fine di portare alle estreme conseguenze la concorrenza tra nazioni, cioè tra lavoratori. Sono abbastanza avvezzi al ragiomento economico e a quello politico per farlo da soli. Resta, grande, l'amarezza. Non quella che nasce dalla considerazione (qualunquista) che Gabanelli fa disinformazione a spese nostre; piuttosto, dall'idea che chi detiene un potere così formidabile come quello di dirigere importanti trasmissioni nazionali inocula, ad arte, veleno nelle menti dei cittadini. Se lo facesse da reti private non cambierebbe nulla. Esiste un'etica della responsabilità, anche per i protagonisti dei Mass Media. E Gabanelli, mi si passi il francesismo, se ne fotte.

Fonte
http://anglotedesco.myblog.it/archive/2013...de-5732138.html
 
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view post Posted on 28/10/2013, 21:59     +1   -1
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I tagli e le privatizzazioni hanno spazzato via anni di diritti, anni di tasse pagate dagli italiani, per poter regalare le aziende ai soliti amici degli amici, privatizzazioni che hanno avuto solo lo scopo di rendere instabile un paese dove si viveva discretamente bene. Ed ecco i miracolati dei tagli per i quali i tagli porteranno fondi per pagare il santissimo debito pubblico, ormai dopo aver iniziato a svendere i beni dello stato pezzi d'Italia come le isole, pensano di vendere i castelli, la rai e tanto altro, insomma all'Italia in crisi non rimarranno che i ricordi di quando le cose andavano meglio. E mi raccomando, continuiamo a credere che l'euro ci ha salvato, dopo tutto qualche grande economista ha recentemente affermato che la Grecia è il maggior successo dell'euro! Ma dopo tutti questi anni di crisi, chi può ancora credere a questa politica scellerata?
 
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1 replies since 28/10/2013, 20:21   26 views
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