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Testimonianze dei soprusi di Equitalia & c., Storie di ordinaria estorsione di stato

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view post Posted on 25/6/2011, 16:14     +1   -1
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Testimonianze dei soprusi di Equitalia & c. prese dalla rete

CITAZIONE
4 Cartella Pazza

maddalena.cattaneo
martedì 9 dicembre 2008, alle ore 17.21 ha scritto:


Io ho dovuto pagare un cartella di ben € 13000.00 ho dovuto chiedere un prestito è una vergogna. Ho tenuto chiuso il negozio per ben 6 mesi , mi è arrivato in macchina un masso che mi ha spappolato una coscia con femore rotto in due punti. Non se ne può più.

6 GERIT GERIT VA....

ADOLFO
martedì 10 marzo 2009, alle ore 11.24 ha scritto:

...mi arrivano bolli che ho già pagato, una multa che non è mia...e tipo 600 euro 450 euro, ma se sanno dove abito come mi chiamo etc...non sanno che sono disoccupato dal 2004, e col ca...che lo stato mi trova lavoro, piuttosto aiuta i delinquenti e gli extracomunitari, VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA!!!

7 quante stranezze

Alessandro
venerdì 3 luglio 2009, alle ore 10.43 ha scritto:

Mi è arrivata equitalia in busta....vuole 900.00 eur"i" per delle infrazioni stradali che è impossibile che abbia commesso visto che il ciclomotore mi è stato rubato dopo appena 2 mesi dall'acquisto... ma sono scemi loro o la polizia visto che ho fatto la denuncia di furto nel 1999 e le multe sono state fatte dopo?

8 vergogna

darno
martedì 28 luglio 2009, alle ore 22.51 ha scritto:

ho un ricorso in atto e la gerit mi ha inviato la cartella con un sollecito di pagamento

ma e' mai possibile? il mio commercialista dice che e' legale ma nemmeno per lui lo e'

basta, siamo veramente stanchi di queste societa' gestite dallo Stato che permette certe cose

HO UN RICORSO IN ATTO E LA GERIT CHIEDE I SOLDI? MA SONO FUORI DI TESTA?

11 CRIMINALI

Massimo
mercoledì 10 marzo 2010, alle ore 18.48 ha scritto:

DICO SOLO UNA COSA,CRIMANI..CRIMINALI..STROZZINI STATO DI MERDA,mi è arrivato da pagare una marea di cartelle per infrazioni commesse negli anni passati con autovetture che io avevo a noleggio,ma chi cazzo le ha prese le multe e anche se le avessi prese sono state addebitate con autorizzazione carta di credito,buffoni!!!mi hanno pignorato la casa se non fanno un condono mollo casa me ne vdo in affitto e gli pago un beato cazzo!!!!!! saluti a noi

12 commento

antonio
martedì 28 dicembre 2010, alle ore 00.04 ha scritto:

per favore fermate equitalia a me mi sta distruggendo la vita e morta mia moglie a 52 anni e mi arrivano oqni mese due otre cartelle da paghare o una piccola ditta di pulizie e non arrivo neanche a 21oooE al anno brutti come faccio a paghare se debbo pagarci anche le tasse lunica cosa e farla finita di questa vita di merda!!!!!!

www.noiconsumatori.org/Articoli/articolo.asp?id=1373

CITAZIONE
Cartelle esattoriali, ipoteche e fermi amministrativi illegittimi: i soprusi di Equitalia Gerit

9 febbraio 2011 di Avv. Luca Tantalo2 commenti


Il 30 maggio del 2005 (quasi sei anni fa, ormai) una mia cliente riceve un verbale della Polizia Stradale di Viterbo per un autovelox; presentato ricorso al Prefetto, viene rigettato. Di conseguenza, presentiamo ulteriore ricorso al Giudice di Pace. Ancora prima che venisse fissata la prima udienza, il Prefetto di Viterbo, accorgendosi dell’illegittimità del verbale e della successiva ordinanza prefettizia, annulla autonomamente il provvedimento. Ma il Gdp fa di più: emette sentenza di annullamento perché considera il verbale e l’ordinanza nulli anche sotto altri profili. Pur non essendo necessario (dato che il Prefetto ha già annullato autonomamente l’ordinanza), notifichiamo la sentenza alla Prefettura e riteniamo la vicenda chiusa. Magari.

Infatti, incredibilmente, il 28 giugno del 2008 viene notificata alla mia cliente, da parte di Equitalia Gerit, una cartella esattoriale basata sull’ordinanza prefettizia già annullata dal Prefetto e dal Giudice di Pace! Tralasciando si segnalare il comportamento della Prefettura, che pur avendo annullato l’ordinanza l’ha poi trasmessa al Concessionario per l’esecuzione, intraprendiamo un altro giudizio dinanzi al Giudice di Pace, che ovviamente annulla la cartella, condannando Equitalia al pagamento delle spese di giudizio, che peraltro essa paga appena notifichiamo la sentenza di annullamento della cartella, il 16 ottobre 2009. La sentenza passa in giudicato, non essendo stato presentato appello, e quindi siamo tranquilli sul fatto che Equitalia, avendo ricevuto la notifica dell’atto ed avendo anche corrisposto le spese legali, abbia – come suo preciso dovere – annullato la cartella.

No. Non lo ha fatto, tanto che nei giorni scorsi (un anno e tre mesi dopo la notifica della sentenza), incredibilmente arriva alla nostra cliente un sollecito di pagamento della cartella annullata quasi due anni fa!! Indignati per quello che secondo noi è un tentativo di estorsione, scriviamo all’ineffabile Equitalia, inviando nuovamente la sentenza (peraltro già in loro possesso) e chiedendo la chiusura della posizione. Giorni dopo, ci telefona un loro impiegato il quale, senza qualificarsi, dice che non possono annullare sollecito e cartella se non inviamo un modulo da scaricare dal loro sito e il documento della cliente. E perché mai dovremmo fare una cosa del genere? Perché dovremmo suffragare il loro comportamento illegale, dato che si rifiutano di ottemperare ad un provvedimento giudiziale? Non solo non lo faremo, ma presenteremo querela e la richiesta, agli organi competenti, di revocare la concessione ad Equitalia, presentando un vero e proprio dossier con gli altri casi che ci sono capitati: ipoteche iscritte (senza comunicarlo) per debiti ben inferiori ad 8.000 Euro, fermi amministrativi basati su cartelle già annullate e tanto altro.

http://ltantalo.wordpress.com/2011/02/09/c...quitalia-gerit/

 
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Coda di paglia ? :facepalm:

 
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Tagli, vessazioni e scure di Equitalia
Come si distrugge l’assistenza sociale

In debito con il fisco ma in credito con lo Stato. E’ l’assurda situazione in cui si trovano da tempo molti enti no profit sprofondati ormai in un circolo vizioso senza logica. Così un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di cittadini finisce per andare letteralmente a fondo
Ci sono delle volte in cui lo Stato sembra dimenticarti, mettendo da parte la certezza dei tuoi diritti, ignorando le tue richieste legittime, dimenticando l’importanza del tuo ruolo. Ci sono volte, al tempo stesso, in cui la macchina pubblica pare avere attenzione solo per te, come se tu fossi, in apparenza, il suo unico oggetto di interesse e lei, va da sé, il tuo incubo quotidiano. E poi, infine, ci sono occasioni in cui i due momenti si presentano insieme, senza alcuna logica apparente, facendoti crollare in una sorta di psicosi burocratica. Un contesto da barzelletta, talmente assurdo da evocare le più insensate leggende metropolitane sull’Italia “che non funziona”. Se non fosse che, a differenza di una leggenda, è tutto incredibilmente vero. E, a differenza di quanto accade nelle barzellette, qui non c’è davvero niente da ridere. Un po’ come in questa storia.

IL CASO SAMAN


“Ecco le nostre spese sulle cartelle esattoriali: alla chiusura del bilancio 2010 ci sono costi per spese cartella di circa 920 mila euro. Che cos’è questo se non un furto legalizzato?”. Milano, estate 2011. A Lorella Raggi è toccato un compito ingrato: svolgere il ruolo di tesoriera per Saman, un ente non profit costretto a fare i conti con un vero e proprio assurdo contabile. I guai iniziano nel 1995 quando l’ente, una comunità terapeutica con varie sedi in Italia, viene travolto da uno scandalo finanziario. Franco Cardella, cofondatore dell’organizzazione (insieme a Elisabetta Roveri e Mauro Rostagno, storico attivista torinese ucciso dalla mafia nel 1988), viene arrestato con l’accusa di malversazione, truffa, e appropriazione indebita. Sentendosi danneggiata, Saman si costituisce nel processo contro il suo stesso socio che di lì a qualche anno sarà condannato a 3 anni e 8 mesi (che, grazie a una fuga in Nicaragua, non sconterà mai). Ma invece di ottenere un risarcimento danni, Saman deve fare i conti con le pendenze fiscali: al cambio attuale quasi tre milioni di euro sottratti all’erario nel solo 1989 cui si aggiungeranno negli anni anche i ritardi accumulati dall’associazione per l’impossibilità di riscuotere i crediti con gli enti pubblici. In totale si arriva a 4,7 milioni.

Saman ha già ripagato buona parte (con tanto di more) ma deve ancora 1,8 milioni e questo, nonostante lo Stato debba ancora all’associazione una cifra compresa tra i 3,3 e i 3,4 milioni di euro. Sono le fatture mai saldate dagli enti pubblici come “i circa 350 mila euro della Regione Calabria e i 7-800 mila della Campania” che, in alcuni casi, risalgono addirittura al 2008. Una data forse non casuale. Risale infatti al marzo di quell’anno una legge voluta dall’allora ministro dell’Economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa per obbligare le pubbliche amministrazioni a verificare presso l’agenzia delle Entrate se le aziende o il singolo creditore cui dovevano liquidare fatture singole superiori ai 10 mila euro avessero qualche pendenza con lo Stato. Ed ecco la scappatoia perfetta: chi non possiede un Durc, il documento rilasciato dal Fisco che attesta la regolarità contributiva del soggetto, non può essere pagato. Ma chi non viene pagato non può materialmente versare in tempo l’intero ammontare delle imposte, a cominciare dai contributi sugli stipendi dei suoi dipendenti e, di conseguenza, non può ottenere il Durc. Sembra un romanzo di Joseph Heller. E infatti, a modo suo, lo è. “In Italia (dove la stima del debito da parte delle pubbliche amministrazioni si aggira sui 114 miliardi di euro, ndr) il provvedimento ha sortito l’effetto ‘Comma 22’ – spiega il presidente di Saman, Achille Saletti – : io, azienda, non ti posso pagare perché tu non mi hai pagato. Bloccando quanto mi devi non ti potrò più pagare”.

IL RUOLO DI EQUITALIA


Privati per legge della possibilità di fallire e di fare quindi ricorso a un “curatore”, gli enti no profit si trovano quindi a fronteggiare senza alcuna difesa il loro esattore: Equitalia, la società pubblica creata nel 2007 e partecipata in parti quasi uguali dall’Agenzia delle Entrate (per il 51%) e dall’Inps (49%). Tra i suoi compiti, ricorda Gianpaolo Concari, ragioniere commercialista ed esperto di fiscalità degli enti non profit, tutte “le misure di conservazione, come il fermo amministrativo di automezzi o le ipoteche su proprietà immobiliari, e di recupero, come il pignoramento di crediti o di immobili che pongono non pochi problemi a chi, paradossalmente, si ritrova ad essere creditore nei confronti di un debitore: lo Stato”. Nel corso dell’inchiesta ilfattoquotidiano.it ha contattato Equitalia per un’intervista senza ottenere risultati. Ci sarebbe piaciuto, ad esempio, sapere se è davvero abitudine dell’esattore “pignorare presso terzi i crediti, porre ipoteche su beni immobili e bloccare i conti correnti senza avvisare” come denuncia il presidente di Saman. Al tempo stesso avremmo voluto qualche chiarimento sulla scelta di accogliere le richieste di accertamento degli enti pubblici anche per le fatture inferiori ai 10 mila euro aggirando la norma attraverso il cumulo (da parte degli enti pubblici) di queste ultime fino al superamento della soglia di legge. Equitalia non ha escluso l’ipotesi di un’intervista ma per il momento ci ha lasciato in attesa. Restiamo a disposizione.

VIAGGIO NELL’ITALIA DEI RITARDI


Quello di Saman non è ovviamente un caso isolato. Le storie di difficoltà quotidiane per il terzo settore non mancano di certo anche se i protagonisti, quasi sempre, preferiscono non esporsi. “Se il Comune paga troppo tardi, con ritardi anche di sei/otto mesi o in qualche caso ben di più, la Onlus ne è strangolata – spiega A.D. (le iniziali sono di fantasia), un operatore di un ente no profit specializzato nell’assistenza ai migranti e attivo in una provincia del Nord Italia – . Questi ritardi si ribaltano in seguito sul fisco poiché può accadere che non riusciamo a versare in tempo i contributi dell’Inps. Quando finalmente il Comune decide di liquidare almeno in parte, si rivolge prima a Equitalia per sapere se è legalmente tenuto a pagarci oppure no. E siccome Equitalia comunica che siamo in ritardo con le tasse ecco che l’ente pubblico ottiene a norma di legge l’autorizzazione a non pagarci”. Per la cronaca: l’ammontare totale dei debiti della Onlus di A.D. con il fisco (more comprese) è di circa 15 mila euro. La somma dei crediti vantati dalla stessa con gli enti locali supera i 100 mila euro.

La crisi si sente al Nord ma è nell’Italia meridionale che le condizioni complessive diventano intollerabili. “Al Sud il 70 per cento delle organizzazioni non profit che lavorano con gli enti pubblici non ha il Durc in regola – spiega Luciano Squillaci, componente Consiglio di Presidenza della Fict (Federazione italiana Comunità Terapeutiche) – . E si tratta di una conseguenza evidente alla luce dei dati sulla struttura del settore. Nel 2005, data dell’ultima rilevazione, si calcolava che i 2/3 delle entrate del terzo settore venissero dagli enti pubblici. A quanto ammontano le sofferenze totali? La verità è che non lo sappiamo. Una stima complessiva non è mai stata fatta anche perché si tratta di un calcolo piuttosto complicato. Ma gli indizi negativi non mancano di certo”.

VORAGINE CAMPANIA


Peggio di tutti se la passa la Campania. “Quella che si è abbattuta sugli enti locali dell’area, la Regione e le Asl negli ultimi 12 mesi è un’autentica bufera” spiega Giuseppe Sottile, direttore della filiale partenopea di Banca Popolare Etica. Tra i casi più eclatanti del recente passato c’è quello di Gesco, una rete di enti no profit attivi nell’area. Nel dicembre del 2010, in risposta ai tagli della spesa sociale in Campania e ai clamorosi ritardi nella riscossione dei crediti vantati con gli enti locali, circa 300 operatori di Gesco occuparono l’area dell’ex manicomio Leonardo Bianchi di Napoli. L’allora presidente dell’associazione, Sergio D’Angelo, diede il via addirittura a uno sciopero della fame. Oggi D’Angelo si è dimesso dalla carica dopo essere stato nominato assessore alla Politiche sociali del Comune di Napoli nella nuova giunta De Magistris. “Negli ultimi 6 mesi non meno di 30 case famiglia hanno dovuto chiudere perché il Comune non pagava e la loro liquidità era ormai ampiamente esaurita”, spiega. I nomi però non li fa (“una questione di riservatezza”).

A Napoli, dove i tempi di pagamento del Comune arrivano anche a 36 mesi, la giunta Jervolino non ha fatto in tempo ad approvare il bilancio previsionale lasciandone l’onere ai successori. De Magistris e i suoi, guarda caso, hanno scoperto che le casse sono vuote e hanno trovato un ulteriore sbilancio di 130 milioni di euro “causato – ricorda D’Angelo – dagli ulteriori tagli effettuati da Governo e Regione”. E qui si apre un altro problema, che potremmo chiamare senza troppa fantasia “dello scaricabarile”. In pratica nessuno paga perché sono tutti senza soldi. Ma qualcuno, aggiungeremmo noi, dovrà pure prendersi la responsabilità di sostenere un settore assistenziale che impiega in Italia circa 1,2 milioni di persone e non può certo vivere di volontariato. Dal 2008 a oggi, il fondo nazionale per il finanziamento delle politiche sociali, ricorda Luciano Squillaci, si è ridotto di oltre il 70 per cento. Dal 2014 in avanti (grazie alla devolution del federalismo fiscale) i suoi capitali scenderanno a zero. A discapito degli enti no profit e dei suoi utenti, quelli, per intenderci, che non hanno la minima possibilità di trovare un’alternativa all’assistenza. “In passato abbiamo cercato di integrare tutti i soggetti più a rischio, oggi non è più possibile, non abbiamo le risorse. E alla fine dobbiamo mandarli via – spiega Lorella Raggi – . Io li vedo uscire ogni volta e so perfettamente che non ce la potranno fare”. Saman, ad oggi, ospita 250 persone che risiedono in modo permanente nei centri della comunità nei quali, complessivamente, passano ogni anno dalle 800 alle 1000 persone. Alcuni ci restano, altri se ne vanno. Qualcuno ritorna, qualcun altro no. E in quest’ultimo caso non sempre è una buona notizia.




http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/29...sociale/148108/
 
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view post Posted on 31/7/2011, 15:57     +1   -1
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"Mio marito, morto di crepacuore vittima di Equitalia"

«Per 6 mila euro ci hanno ipotecato casa e tolto i fidi»

marco accossato


torino

Le case non si toccano... non si può fare ammalare così la gente», diceva un anno fa Mauro Bordis, con le lacrime agli occhi, di fronte alle telecamere di Report, durante una puntata-inchiesta su Equitalia. Piccolo artigiano esperto in antichità e restauri, aveva da poco scoperto di avere la casa di Moncalieri ipotecata e i fidi bancari sospesi per una cartella esattoriale da 6 mila euro. Un piccolo debito, una somma non pagata entro la data di scadenza.

«Non si può fare ammalare così la gente». Parole tragicamente premonitrici: un anno dopo, Bordis non c’è più. E’ morto d’infarto mentre lottava contro le cartelle di Equitalia, travolto dall’angoscia di vedersi non solo ipotecare casa, ma persino bloccare gli strumenti di lavoro per quel debito da qualche migliaio di euro con le tasse. Un paradosso. Un caso fra migliaia, storie di piccoli imprenditori «che non hanno evaso e non intendono evadere il fisco, ma che la crisi ha soltanto messo nelle condizioni di non riuscire a pagare subito i debiti con lo Stato». Bordis è morto d’infarto e la sua storia è diventata l’emblema di una battaglia di giustizia portata avanti dalla moglie Ewa Mayer, ospite domenica sera del Senso della Vita, la trasmissione di Paolo Bonolis su Canale 5.

«Non è quel debito ad avere ucciso mio marito», sospira la vedova Bordis. «E’ il girone infernale che non t’immagini nel quale siamo precipitati per quel debito da nulla. E con noi, molte altre famiglie. Prima che ne fossimo informati, la banca sapeva già che eravamo “cattivi pagatori”, così ci ha contattato perché restituissimo entro cinque giorni 25 mila euro che ci aveva concesso di fido». Nessuno ti fa più credito, nessuno si fida più, se Equitalia ti «bolla» come pagatore inaffidabile.

In poche ore si può mettere in ginocchio una vita, addirittura una famiglia intera, contribuire al fallimento di un’azienda già in difficoltà. Il colpo di grazia. E’ la storia dei Bordis, ma lo sanno bene circa 100 mila famiglie che in Piemonte si ritrovano oggi con una casa sotto ipoteca o con le ganasce fiscali all’auto. Ewa Mayer è una delle persone che - grazie al consigliere regionale Alberto Goffi, Udc - aderirà a una class action nazionale che s’intende lanciare contro Equitalia. Il marito Mauro aveva 58 anni, era artigiano da 38.

«Ai nostri figli - dice la Mayer - abbiamo sempre insegnato l’onestà. Oggi, vedendo in quale situazione ci siamo trovati, e pensando a quegli evasori di lusso che hanno portato capitali all’estero risolvendo poi tutto con uno scudo fiscale al 5 per cento, non so più che cosa sia meglio insegnare. Se conviene essere onesti oppure furbi».

fonte
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cro...lo/lstp/396511/
 
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Tartassati dal 'Grande esattore'
Buoni risultati, ma quanti errori

Il palazzo Equitalia a Napoli
Sotto la guida di Attilio Befera, l'agenzia ha più che raddoppiato i recuperi. Ma si è fatta anche una pessima fama di vero e proprio "aguzzino fiscale" dei contribuenti. La questione è diventata politica. Dal primo ottobre scatterà la riforma: con ulteriori poteri
ROMA - Sotto la direzione di Attilio Befera e la strategia del ministro Giulio Tremonti, che si serve della struttura per raccontare in Europa che lui la lotta all'evasione fiscale la fa davvero, Equitalia è diventato un pervicace tartassatore di cittadini (molti) ed evasori fiscali (alcuni). Si stimano in 18 milioni le cartelle esattoriali che ogni anno l'ente controllato dall'Agenzia delle Entrate (51 per cento) e dall'Inps (49 per cento) invia alle famiglie italiane. Sono dati comunicati dall'ente ma contestati da osservatori e associazioni consumatori.

In quella massa di ingiunzioni ci sono contestazioni sul tenore di vita dichiarato, errori formali sul "730", multe stradali non pagate, ma anche contributi previdenziali non versati da parte di aziende medio-piccole oggi sull'orlo della chiusura. Le contestazioni sono di diversa natura e l'onere della prova - capovolgendo il percorso del diritto naturale - spetta sempre al cittadino contestato. Chi riceve la "cartella" deve dimostrare in fretta di aver ragione, recuperare pezzi di carta vecchi anche dieci anni perché dopo 60 giorni scattano le sanzioni fiscali, cui poi si sommano gli aggi, le more, le percentuali quotidiane di crescita della cifra dovuta. Una multa da 38 euro dieci anni dopo è una cartella esattoriale da 363,53 euro.

Spesso la notifica della contestazione di Equitalia avviene a indirizzi sbagliati, non c'è la firma dell'interessato, eppure la macchina fiscale non si ferma e aziona gli strumenti straordinari di cui è stata dotata: fermo amministrativo dell'auto con cui si circola e si lavora (le ganasce fiscali), ipoteca su un pezzo della prima casa, sulla casa intera, blocco o prosciugamento dei conti correnti, richiesta al datore di lavoro del quinto di stipendio. I poteri di Equitalia sono ampi, probabilmente smisurati, tanto che l'ex ministro Vincenzo Visco, che l'ha inventata unificando quaranta riscossori privati presenti in Italia sotto un unico tetto pubblico (Riscossione spa), oggi dichiara: "Così cattiva io non l'ho mai pensata".

La struttura nel 2010 ha recuperato, contro i 3 miliardi e 800 milioni di euro del 2005, 8,9 miliardi (è il 130 per cento in più), ma sconta una buona quantità di errori e un buon numero di ingiustizie. Si segnalano "liti temerarie" che i giudici iniziano a sanzionare, possibilità di difese negate, restrizioni da applicare a una sola persona (la porzione del parcheggio di casa sequestrato) allargate invece all'intero condominio (parcheggio pignorato a tutti), appartamenti ipotecati nonostante il proprietario l'avesse venduto e in generale un atteggiamento da "carro bestiame" nei confronti del cittadino chiamato a rispondere della presunta evasione: lo si può quotidianamente verificare negli uffici delle varie Agenzie delle Entrate e della stessa Equitalia.

In questa inchiesta vi proponiamo la storia di un imprenditore romano a cui sono state messe sotto sequestro quattro case e sono stati bloccati tutti i conti con le relative carte di credito per non aver pagato multe stradali che non avrebbe mai dovuto ricevere (gestisce un servizio di limousine con autista), quindi i racconti dell'avvocato torinese Alberto Goffi, consigliere udc della Regione Piemonte, ormai alfiere della battaglia anti-Equitalia, e ancora il presidente del Palermo Maurizio Zamparini che su una radio romana arringa gli ascoltatori sui guasti delle ingiunzioni fiscali. Infine, ascolterete i pareri del presidente e dell'avvocato della Federconsumatori, l'associazione che segue più da vicino i cittadini colpiti da Equitalia.

E' dalla scorsa primavera che attorno all'ente di Befera - i suoi metodi, le sue funzioni - si è levato un forte dibattito. Ci sono stati assalti a sedi di Roma, Genova e Torino e nel Nord-Est un esattore è stato sequestrato. La Lega Nord ha addossato a Equitalia la sconfitta al Nord nelle ultime elezioni amministrative e ha ottenuto di non far pagare le multe per le quote latte ai produttori della sua base. Il ministro Tremonti ha accolto alcune proteste togliendo a Equitalia il controllo delle sanzioni stradali (dal 2012 torneranno ai Comuni) e la possibilità di ipotecare la prima casa per debiti inferiori ai 20mila euro.

Attilio Befera ha imposto un fermo all'attività a rischio mediatico e ha bloccato le interviste complesse (anche al sito delle inchieste di Repubblica.it, che gli aveva offerto la possibilità di spiegare). L'ex manager privato diventato primo consigliere di Tremonti vuole portare a termine la riforma che dal primo ottobre trasformerà le sedici Equitalia territoriali in tre macrostrutture dotate di un ulteriore potere straordinariamente oppressivo: trascorsi sessanta giorni dal debito riconosciuto dall'Agenzia delle entrate non ci sarà bisogno di formare una cartella esattoriale per far partire la contestazione formale. Il debito sarà subito contestabile.


http://inchieste.repubblica.it/it/repubbli...e%2D20632507%2F

Finora l’evasione è a 40 milioni
caccia ai furbetti per le piccole cifre
L'assessore regionale al diritto alla salute Scaramuccia vuole un accordo con Equitalia per controlli a tappeto anche su chi risparmia 2 o 3 euro
di MICHELE BOCCI



Ogni anno in Toscana l’evasione del ticket sanitario vale circa 40 milioni. Soldi che sarebbero destinati alle casse della Regione ma non ci entrano. Sono migliaia le persone che non pagano anche se sarebbero tenuti a farlo. E questo adesso, cioè prima dell’avvio del nuovo sistema. In molti autocertificano un reddito più basso per non pagare oppure perché pensano di essere esenti e le Asl affidano a Equitalia la riscossione dei soldi da chi doveva pagare. Con l’entrata in vigore degli aumenti verranno intensificati i controlli ma non sarà facile evitare l’evasione, anche perché ci sono spese molto basse di 2 o 3 euro ad esempio per le ricette. Se qualcuno dichiara il falso bisognerà andarlo a cercare per recuperare una cifra irrisoria, che tra l’altro entrerà nelle casse della Asl dopo non poco tempo. Il fatto che chi fa una falsa autocertificazione se scoperto vada anche incontro a una denuncia penale non sembra fino ad ora aver scoraggiato gli evasori del “vecchio” ticket.

L’assessore alla salute Daniela Scaramuccia ha già annunciato che si accorderà con Equitalia perché faccia controlli a tappeto anche per piccole cifre. E’ fondamentale aver un buon sistema di verifica a maggior ragione adesso, perché i soldi da incassare servono a compensare il taglio dei finanziamenti per la sanità toscana deciso da Roma. Se non si riesce a fare cassa rimane un buco per la sanità toscana, in una situazione di bilancio complicata, con
tutte le aziende sanitarie che stanno facendo di tutto per evitare disavanzi.
Intanto si studia il modo per migliorare il sistema di accertamento del reddito. Il primo cambiamento riguarderà le esenzioni classiche (chi sta in un nucleo familiare che guadagna meno di 36.151 euro e ha più di 65 o meno di 6 anni). Prima della fine dell’anno, come già successo in altre Regioni, si chiuderà l’era dell’autocertificazione. L’esenzione per reddito sarà inserita nella tessera sanitaria (e accertata anche con il codice fiscale) e non bisognerà dichiararla ogni volta, grazie all’Agenzia delle entrate che metterà a disposizione i suoi dati. In questo modo si l’evasione sarà molto più difficile. Per i redditi succederà una cosa simile per i problemi di salute, che vengono accertati dalla Asl e inseriti in un tesserino da consegnare al medico di famiglia, le cui ricette sono stampate automaticamente con il codice dell’esenzione.

Ovviamente il sistema, o uno simile, più avanti potrebbe essere utilizzato anche per l’accertamento delle fasce di reddito su cui basare il contributo aggiuntivo, sia per visite ed esami (che ogni anno nella nostra regione sono 11 milioni e 800 mila) che per le ricette farmaceutiche. Il cambiamento migliorerebbe la vita a molti, oltre che al paziente agli addetti delle Asl e delle farmacie che devono far compilare le autocertificazioni e calcolare ogni volta quanto deve pagare quella persona.


http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/...html?ref=search
 
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Roba da pelle d'oca..............

Da indebitati.it

CITAZIONE
3 settembre 2011 at 23:05 #147368
gabriel69

Salve volevo urgentemente un vostro parere,facevo parte di una s.n.c di 4 persone di cui tre compreso me eravamo soci all’1% mentre l’amministratore unico aveva il 97% adesso equitalia mi chiede 1,192.882 perche l’amministratore unico ha evaso l’iva,noi altri soci eravamo all’oscuro di tutto in quanto era lui che amministrava tutto,lo abbiamo saputo quando equitalia ci ha mandato una cartella e cioe la prima in cui chiedeva 200 mila euro e non ne voleva sapre di trattare,quella cifra ora e diventata subenorme ed essendo l’unico dei soci che ha un lavoro come dipendente di una multinazionale mi hanno pignorato lo stipendio e il conto corrente che per fortuna era quasi vuoto,adesso sto pagando solo io in quanto gli altri ex soci non anno nulla,il mio problema e che se la legge dice che non ti possono pignorare piu di un quinto,e fin qui mi sta anche bene,ma se il resto dello stipendio mi arriva sul conto la banca lo manda ad equitalia,adesso mi chiedo se alla fine mi prendono tutto io come vivo? non potro nemmeno piu recarmi al lavoro e alla fine lo perdero,e non potro nemmeno piu pagarli,e con quella cifra dovro pagarli a vita,adesso poi con la nuova legge che possono anche arrestarti se arrivano a tre milioni di euro,tra due o tre anni accumulatisi gli interessi mi metteranno pure in galera.

Siamo nelle mani dell'usura di stato (con la 's' VOLUTAMENTE minuscola) :oodooddidi:
 
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big_0

Manovra, Tpo protesta davanti a Equitalia

Bologna, 5 settembre 2011 - Una ventina di attivisti del centro sociale Tpo ha occupato simbolicamente questa mattina poco prima di mezzogiorno la sede di Equitalia in via Tiarini, nel complesso della nuova sede municipale.

Il gruppo ha esposto uno striscione nell'atrio con la scritta '- tasse + reddito', distribuito volantini agli utenti in coda agli sportelli e intonato in coro 'non paghiamo più'. Il blitz, controllato da agenti della Digos e durato circa mezz'ora, è poi proseguito con un presidio in piazza Liber Paradisus, all'ingresso del Comune.

La protesta anticipa lo sciopero generale di domani della Cgil, al quale il Tpo parteciperà sfilando in corteo da piazza San Felice con il segmento della Fiom.

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cr...equitalia.shtml
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Equitalia, false cartelle e minacce
alla sbarra due funzionari
Avrebbero preteso dai 3mila agli 8mila euro dai contribuenti servendosi di timbri falsi. Risponderanno in tribunale di tentata concussione

di CHIARA SPAGNOLO


Ufficialmente avevano il compito di riscuotere i tributi. In realtà approfittavano del loro ruolo di funzionari di Equitalia per individuare cittadini da "spennare", chiedendo di pagare migliaia di euro sotto la minaccia di azioni legali. Un trucco semplice ma efficace, che avrebbe potuto fruttare una fortuna a due funzionari imbroglioni e che, alla fine, è costato loro una denuncia per tentata concussione, della quale tra poche settimane saranno chiamati a rispondere in Tribunale.

I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Lecce, infatti, hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a due uomini (uno di Lecce e uno di Parabita), accusati di avere chiesto soldi ad almeno tre contribuenti, agitando lo spettro di possibili azioni legali nei loro confronti. A fare scattare le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Stefania Mininni, sono state proprio le denunce di alcuni cittadini, i quali lamentavano di avere ricevuto pressanti sollecitazioni al pagamento di cifre che, in realtà, avevano già corrisposto alla società titolare della riscossione dei tributi. Per convincere le vittime a pagare, infatti, i due funzionari utilizzavano cartelle esattoriali vere ma con timbri falsi, nelle quali venivano chieste cifre dai 3000 agli 8000 euro.

E poco importava che le persone interessate avessero già pagato: nel nome della legge si chiedeva loro di
sborsare altri soldi. Nell'esecuzione di un disegno criminoso che sarebbe stato portato fino in fondo se i
cittadini, certi di aver non avessero sentito puzza di bruciato. Tre denunce sono state presentate quasi contemporaneamente ai carabinieri, e ai militari è bastato poco per verificare la fondatezza dei racconti delle vittime e identificare i due funzionari disonesti. A loro, dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, venti giorni di tempo per presentare memorie al pm o chiedere di essere interrogati, nel tentativo di discolparsi. Agli investigatori, invece, il compito di verificare se nel mirino dei due uomini non siano finite altre vittime e se qualcuno, messo sotto pressione, non abbia addirittura pagato.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/09/...talia-22072491/



Equitalia dovrà restituire 15mila euro

Il giudice ordina ad Equitalia Etr Spa la restituzione di una somma pari a 15mila e 700 euro, compreso gli interessi legali, per un ingiusto pagamento. A emettere la sentenza è stato il giudice Anna Rombolà titolare della causa civile intentata da Vincenzo Franzè, difeso dall'avvocato Lucio Aragona, nei confronti di Equitalia Etr.
La somma in questione era stata pagata da Franzè per cancellare l'iscrizione ipotecaria effettuata dall''Equitalia su un immobile di proprietà del ricorrente.
Sulla base di quanto emerso nell'ambito del procedimento la somma non era dovuta in «quanto tutti i crediti – ha spiegato l'avvocato Aragona – vantati dalla società per conto della Regione a titolo di tassa automobilistica, dell'Inail a titolo di premi e dell'Inps a titolo di crediti Ivs, si erano ormai prescritti».
Pertanto le somme relative ai crediti versate da Vincenzo Franzè in esecuzione delle cartelle esattoriali sono state «indebitamente» percepite da Equitalia che ha dovuto restituire al ricorrente perché prive di causa giustificatrice. Da qui la decisione del giudice che ha accolto il principio, sostenuto dall'avvocato Aragona, della ripetizione di indebito oggettivo – che si configura ogni qualvolta un contribuente paga un debito al solo fine di evitare l'esecuzione forzata perché obbligato dalla iscrizione ipotecaria – ha condannato l'Equitalia Etr Spa alla restituzione di quanto ingiustamente pagato dal Franzè.
Non sono pochi i casi che in questo momento si trovano ad avere avuto un pignoramento per tributi che in precedenza non sono stati pagati. Contenziosi che si trascinano da anni e che inevitabilmente arrivando nelle aule giudiziarie con conseguenze a volte dolorose. Molto spesso a farne le spese sono i contribuenti, ma in qualche occasione è il troppo tempo trascorso inutilmente a salvarli dalle "mazzate" di Equitalia. Certo l'eccezione non conferma mai la regola.


http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchiv...e=11&A=20110924
 
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Genova
Pignorarono la casa a un malato, a giudizio 3 funzionari
05 ottobre 2011

Genova - È iniziato oggi presso la seconda sezione del tribunale penale il processo a carico di tre funzionari della Gestline Spa, la società concessionaria della riscossione tributi per la provincia di Genova cui è subentrata Equitalia Polis Spa, accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falso per un pignoramento giudicato illecito nei confronti di un malato di alzheimer. Gli imputati sono Roberto Maestroni, Pier Paolo Trecci e Silvia Angeli. I fatti risalgono al periodo 2005-2006.
Secondo l’accusa,il pm Francesco Pinto, tutte le fasi del pignoramento e della successiva vendita dell’appartamento situato a Nervi, sarebbero state eseguite in maniera irregolare dai funzionari. Oggi, al processo, ha deposto come testimone Stefano Parretta, figlio del malato di alzheimer, morto qualche tempo dopo il fatto. Parretta che è avvocato ed è assistito come parte civile da Giuseppe Sabato del foro di Roma, ha fatto una ricostruzione di come apprese casualmente che l’immobile, di proprietà dei genitori, stava per essere assegnato ad altri soggetti mentre i familiari vi abitavano. La madre, invalida, è assistita dall’avvocato Massimo Auditore. Parretta ha raccontato di come riuscì a bloccare la procedura e a salvare la casa dei genitori facendo una transazione di 200.000 euro. Successivamente, in sede civile, riuscì a ottenere in primo grado un risarcimento di circa 230.000 euro. Il processo è stato rinviato al 9 novembre.

fonte
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011/10..._giudizio.shtml

I dipendenti Equitalia fanno solo il loro dovere (cit.)

Genova, Equitalia pignora l'appartamento a coppia con 3 piccoli per 17mila euro

Una coppia con tre bambini, una femminuccia di 21 mesi, e due maschietti di 7 e 12 anni rischia di finire in mezzo a una strada per un debito di 17mila euro con Inps e Inail. Equitalia ha avviato le procedure d’asta per recuperare la somma. "Da due giorni non dormo. Cosa sara’ di noi e dei nostri bambini. Siamo gente onesta. Cerchiamo di pagare le tasse, ma cosi’ e’ troppo. Siamo schiacciati"

Genova, 11 febbraio 2010 - Una coppia con tre bambini, una femminuccia di 21 mesi, e due maschietti di 7 e 12 anni, rischia di perdere il tetto dove vive a Genova per un debito da 17mila euro verso enti pubblici che ora la societa’ di riscossione Equitalia vuole recuperare con la messa all’asta del loro appartamento.

Il Difensore civico della Provincia di Genova Pietro Gambolato che si occupa del caso chiede la sospensione da parte di Equitalia di tutte le procedure per le vendite della prima casa in cui abitano i proprietari che non hanno altri immobili.
‘’In un momento in cui le banche rinviano i pagamenti delle rate dei mutui per le famiglie in difficolta’, in cui si rinviano gli sfratti - afferma Gambolato - in presenza di situazioni di sofferenza come questa, Equitalia dovrebbe sospendere le procedure per la messa all’asta’’.
E lo stesso Difensore civico propone che la banca che ha concesso il mutuo alla famiglia per l’acquisto della casa, lo ricontratti, assorbendo il debito e concedendo loro la liquidita’ necessaria per sistemare la situazione.

‘’Da due giorni non dormo. Cosa sara’ di noi e dei nostri bambini. Noi siamo una famiglia unita, ci vogliamo bene. Siamo gente onesta. Cerchiamo di pagare le tasse, ma cosi’ e’ troppo. Siamo schiacciati. Mi auguro che qualcuno si metta una mano sulla coscienza’’: e’ disperata Simona Lanzino. Da due giorni ha saputo dell’asta fissata da Equitalia per il 10 marzo, per la vendita del suo alloggio, 80 metri quadri, in via Burlando, sulle alture di Genova.

Lei e suo marito Giovanni Fidone in quella strada ci hanno sempre vissuto, prima in affitto, poi, dal 2000 in una casa di proprieta’ che hanno comprato con un mutuo. In quella casa hanno avuto i loro due ultimi figli. E quella casa per loro e’ tutto.

Equitalia ora ha avviato le procedure d’asta per recuperare 17mila euro, debiti verso Inps e Inail che Giovanni aveva contratto quando si era messo in proprio come artigiano.
Una situazione che la coppia aveva tentato di sanare nel 2007 accedendo ad un prestito concesso loro dal Centro emergenza famiglie. Con quell’assegno da 5900 euro erano andati agli sportelli di Equitalia convinti di poter sistemare la vicenda. Ma, stando al racconto di Simona, proprio in quella circostanza avevano scoperto di avere altri 7mila euro di debito. Cifra che in poco piu’ di due anni si sarebbe moltiplicata fino a raggiungere quota 17mila.

EQUITALIA: "RATEIZZIAMO"

La societa’ di riscossione di tributi Equitalia Sestri ha convocato nei suoi uffici ‘’per chiarire la loro posizione’’ Simona Lanzino e Giovanni Fidone. ‘’Il Gruppo Equitalia - si legge in una nota - assolve al fine istituzionale stabilito dalla legge, con grande attenzione nei confronti dei contribuenti e agendo nella massima disponibilita’ soprattutto verso i cittadini in difficolta’’’.

La societa’ ricorda anche che, ‘’per i contribuenti in stato di oggettiva difficolta’, e’ concessa la possibilita’ di rateizzare le cartelle di pagamento fino a un massimo di 72 rate e per un importo minimo di 100 euro’’.

BURLANDO: "EQUITALIA SOSPENDA IL PIGNORAMENTO"

Equitalia deve sospendere le procedure di pignoramento della casa quando i soggetti indebitati con enti pubblici sono proprietari della sola casa in cui vivono. È quanto sostiene il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, commentando il caso di una famiglia con tre bambini che rischia di perdere la casa pignorata da Equitalia per un debito verso enti pubblici.

"La pesante situazione di crisi che stiamo vivendo - spiega Burlando - purtroppo crea numerosi casi simili, e mi sembra del tutto condivisibile la proposta per la moratoria avanzata dal difensore civico della Provincia di Genova Pietro Gambolato. La Regione Liguria può studiare il modo di offrire garanzie che facilitino l’aiuto a famiglie in difficoltà con le rate dei mutui da parte delle banche".

Fonte
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2010/02/1...a_pignora.shtml

SCIACALLI ! :fuckyou:
 
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Fisco, ora Equitalia minaccia le piccole imprese

Si accelerano i tempi di riscossione: sessanta giorni o scatta l'opoteca sugli immobili. L'imprenditore Zamparini guida la battaglia: "Così ci faranno chiudere". Intanto la patrimoniale proposta dalla Marcegaglia non convince gli imprenditori


L’avvio della «campagna d’autunno» di Equitalia ha già lasciato sul campo delusi e scontenti. D’altronde, è difficile per un comune cittadino, per un imprenditore, per un artigiano o per un commerciante comprendere la novità. Da sabato scorso, infatti, le cartelle esattoriali sui mancati pagamenti Irpef, Ires, Irap e Iva relativi ai periodi d’imposta 2007, 2008 e 2009 diventeranno immediatamente esecutive già dopo 60 giorni dalla notifica.
Non si tratta di norme che faranno dormire sonni tranquilli alle categorie produttive del Paese. E, visto l’attuale momento difficile della politica, anche le associazioni che rappresentano le imprese hanno scelto un profilo basso essendosi più o meno tutte «impiccate» al mantra della lotta all’evasione. Al momento, c’è solo una voce fuori dal coro, l’imprenditore Maurizio Zamparini (proprietario del Palermo) che ha organizzato un suo movimento di protesta e vuole promuovere una class action contro la mitragliata di cartelle in arrivo. «Ci stanno costringendo a chiudere perché in caso di iscrizione di ipoteca le banche pretendono il rientro immediato degli affidamenti», sottolinea raccontando di come non ci sia oggettiva corrispondenza tra misure preventive e contestazioni («mi hanno bloccato 7 milioni di immobili per un contenzioso che ho chiuso a 4 milioni»). Il target fissato dalle ultime manovre tremontiane è molto impegnativo per la società della riscossione guidata da Attilio Befera: bisogna recuperare 13 miliardi di euro. Di qui la rivoluzione copernicana dell’«avviso di accertamento»: chi non paga subito (o non impugna l’atto) ha fino a 60 giorni per pagare o fare ricorso (depositando un terzo della cifra oggetto di contestazione). Insomma, o si cede alle «pressioni» entro due mesi o i rischi sono molto elevati perché Equitalia ha il coltello della parte del manico e nel giro di 180 giorni, essendo l’avviso diventato immediatamente esecutivo (è scomparsa la vecchia iscrizione a ruolo con i suoi tempi allungati), può nell’ordine: iscrivere un’ipoteca con comunicazione alla centrale rischi di Bankitalia, pignorare il conto corrente o i crediti verso terzi, oppure far scattare le care vecchie ganasce fiscale sui veicoli. A quel punto ci saranno altri 180 giorni di sospensiva prima dell’esecuzione forzata, ma non è escluso che l’Agenzia delle entrate possa comunque chiedere di iscrivere a ipoteca i beni del contribuente e attuate il famigerato fermo amministrativo delle autovetture. Befera cerca di smorzare i toni: «Abbiamo adeguato la legislazione italiana alle norme europee, dove l’accertamento è sempre immediatamente esecutivo e nei primi 7-8 mesi non cambierà nulla». Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti, tira comunque un sospiro di sollievo: «La norma è concettualmente non condivisibile, ma rispetto alla sua formulazione iniziale è migliorata (era previsto un versamento del 50% della cartella in caso di ricorso; ndr)».
Lo Stato, però, non farà differenza tra gli evasori totali, i debitori cronici e quei contribuenti in regola, ma con problemi di liquidità. Senza dimenticare la non remota evenienza che la cartella possa perdersi in un qualche ufficio postale. Ma con le nuove disposizioni sono attesi 400 milioni di euro che con quest’aria di crisi non si buttano mai via. E poi sono in arrivo altre innovazioni come il potenziamento del redditometro (già a partire dall’anno di imposta 2010) e l’abbassamento delle soglie di evasione che prevedono la carcerazione come pena.
Certo, ci sono anche i benefici della rateizzazione (un milione quelle concesse nel 2010). Il problema è il quantum. Sotto i 5mila euro basta un’autocertificazione, sopra questa soglia occorre presentare un’ampia documentazione (dall’Isee al saldo dei conti correnti). Il problema, perciò, non può non considerarsi politico. «I contribuenti non potranno difendersi da un sistema che per il 40% produce cartelle non veritiere», sottolinea Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, l’associazione dei consumatori vicina alla Cisl. «Al segretario del Pdl, Alfano, gliel’ho detto che ci sono 1,4 milioni di case ipotecate per contenziosi fiscali», conclude Zamparini. Forse la sintesi l’ha trovata il Senatùr, Umberto Bossi: «Il cittadino che momentaneamente non può pagare non è un delinquente».


http://www.ilgiornale.it/interni/lo_spettr...ge=0-comments=1

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Equitalia, due mesi per pagare
poi ti pignorano la casa
Nuove regole al via. Lo Stato vuole incassare 13 miliardi. Si deve saldare ancora prima di un processo che definisca chi ha ragione
di CORRADO ZUNINO

ROMA - L'Agenzia delle Entrate cala l'arma "fine del mondo" sui contribuenti: in modo silenzioso, dopo un rinvio estivo e tre rivisitazioni in altrettanti decreti, ventiquattro ore fa l'Agenzia ha offerto al mastino Equitalia uno strumento di rara efficacia. Dopo 60 giorni dall'avviso al contribuente ("Devi pagare", e si parla di debiti con lo Stato contratti a partire dal 2007, imposte sui redditi, Iva, Irap), l'Equitalia guidata da Attilio Befera, l'istituzione più temuta del paese, potrà attivare i suoi mezzi per recuperare il debito. Senza muovere un passo, potrà iscrivere ipoteca sull'artigiano considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla centrale rischi delle banche con conseguente chiusura dei fidi), potrà pignorare il suo conto corrente (rendendo impossibile il pagamento di dipendenti e fornitori), avviare i pignoramenti presso terzi (sono i crediti dei clienti, Equitalia ha il potere di arrivare anche lì) e far partire le ganasce fiscali su auto e van posseduti.

Da ieri, il "titolo di debito" è immediatamente esecutivo: basta un avviso per considerarti in mora. Non c'è più bisogno di istruire una cartella esattoriale che, ricorsi compresi, portava al saldo dell'eventuale debito entro 15-18 mesi. Il problema è che in quattro casi su dieci i ricorsi davano ragione al contribuente. Già. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha chiesto al suo braccio destro Befera certezza di entrate, gli ha assegnato l'obiettivo 13 miliardi per la prossima raccolta fiscale e, quindi, gli ha offerto una legge che dà al Fisco poteri mai visti nella storia della Repubblica. Entro 61 giorni dall'avviso - a prescindere dal fatto che l'avviso sia stato ricevuto o dorma in un ufficio delle Poste, in una Casa comunale - il contribuente o paga l'intera somma o contesta pagandone un terzo (più gli interessi maturati). Si deve saldare prima ancora dell'istruzione di un processo amministrativo che definisca chi ha ragione. Di fronte al ricorso del cittadino, per sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno ipotecare una casa e bloccare un'auto. Se Equitalia, poi, si convince che c'è "fondato pericolo" di perdere il credito, ha il mandato per fare quello che crede: sequestrare una pensione, mandare un bene all'asta immobiliare. Se il colpito dimostrerà di avere problemi di liquidità - novità della terza e ultima rivisitazione - chiederà a un giudice tributario una sospensiva per fermare l'azione (per 150-180 giorni) oppure aderirà a un concordato (sconto con trattativa).

"Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione", attacca l'avvocato Alberto Goffi, consigliere regionale Udc del Piemonte, riferimento della rivolta anti-Equitalia. "Si sta colpendo chi ha fatto dichiarazioni fedeli e oggi, a causa della crisi, non è in grado di pagare le tasse. Non puoi impugnare quello che hai dichiarato, è la condanna a morte delle imprese oneste". Pietro Giordano, segretario Adiconsum: "Con questi tassi prossimi all'usura crescerà il debito dei contribuenti, le misure introdotte a luglio vengono vanificate". Già, sull'onda delle sconfitte alle amministrative e le conseguenti urla della Lega ("tutta colpa di Equitalia"), a inizio estate il governo innalzò a 20 mila euro il tetto per l'ipoteca sulla prima casa, pretese due avvisi prima di apporre le ganasce fiscali e allungò a 72 mesi le rate per i debiti. Quindi, per cercare di diminuire il gigantesco contenzioso fermo nelle commissioni di ricorso, l'Agenzia ha avviato un mini-condono per chi aveva contestato. Ieri, però, è stata sguainata l'arma letale: "60 giorni per pagare". A fine mese arriverà il redditometro, quindi il carcere per gli evasori. I dirigenti dell'Agenzia: "Ora possiamo andare avanti spediti, gli esattori punteranno al sodo. Usciamo dall'Ottocento, entriamo nel Duemila".
(02 ottobre 2011)

http://www.repubblica.it/economia/2011/10/...egole-22546403/

Rivolta contro Equitalia: "Strozzini legalizzati"
Roma, blitz Destra di Storace: "Scovate gli evasori"
Dal 1° ottobre immediatamente esecutive dopo 60 giorni le cartelle sui mancati pagamenti di Irpef, Ires, Irap e Iva: in questo modo vengono stangati piccole imprese, artigiani, contribuenti onesti e la fanno franca i nullatenenti con il Suv


Roma, 3 ottobre 2011- Nella notte tra lunedi' e martedi' i giovani militanti romani de La Destra di Francesco Storace hanno effettuato un blitz dimostrativo dinnanzi alle cinque sedi di Equitalia della Capitale. 'Armati' di locandine e volantini, hanno 'chiuso' le entrate principali circondandole con nastri di recinzione e apponendovi degli striscioni molto significativi riportanti il seguente slogan: 'Boicotta Equitalia, strozzino legalizzato'.
A darne notizia, in una nota, sono stati Roberto Buonasorte, consigliere regionale del Lazio, e Gianluigi Limido, segretario romano di Gioventu' italiana con La Destra. "La nostra battaglia contro Equitalia continua e anzi si rafforza dopo le ultimissime modifiche apportate alla finanziaria che hanno permesso all'Agenzie delle entrate di affilarle le armi - dicono - Da sabato scorso, infatti, le cartelle esattoriali sui mancati pagamenti Irpef, Ires, Irap e Iva relativi ai periodi d'imposta 2007, 2008 e 2009 diventeranno immediatamente esecutive gia' dopo 60 giorni dalla notifica. Non vogliamo di certo favorire gli evasori poiche' la nostra e' una battaglia di vera giustizia sociale: ridurre sul lastrico famiglie, artigiani, piccole e medie imprese non puo' e non deve essere la soluzione per risolvere il problema delle casse dello Stato e degli Enti pubblici".
"La Destra- concludono Buonasorte e Limido- ha introdotto nelle Istituzioni il Mutuo Sociale per dare la possibilita' a tutti di possedere la casa di proprieta'; non puo' di certo rimanere immobile di fronte a chi ora vuole pignorarla senza dare al cittadino la possibilita' di difendersi".
Le nuove procedure di riscossione che il governo ha garantito all’Agenzia delle entrate e a Equitalia, puntano a raggiungere nel 2012 quota 13 miliardi di euro rispetto agli 11 miliardi previsti per il 2011.
Si tratta soltanto del 10,4 per cento il 10,4 per cento dell’evasione accertata e comprende multe, bollo e altri ammennicoli fiscali.
Sino a due giorni fa, in caso di mancato pagamento, l’Agenzia delle entrate preparava la cartella esattoriale, poi passava la pratica a Equitalia che notificava l’inizio della fase esecutiva al contribuente che aveva 60 giorni per pagare o fare ricorso. Tempo medio della procedura: 15-18 mesi, al netto dei ricorsi.

Adesso scatta l“accertamento esecutivo”: non appena la cartella dell’Agenzia delle entrate viene emessa, contando anche i giorni che ci mette la posta a consegnarla all'interessato, decorrono i 60 giorni di tempo per il contribuente. Al giorno n.61, la pratica è esecutiva. A quel punto Equitalia, contemplando i tempi di esame del ricorso, il tempo medio di chisuura della pratica scende a otto mesi.
Se il contribuente decide di fare ricorso, dovrà comunque versare entro i famosi 60 giorni un terzo dell’importo contestato. Equitalia può agire in via discrezionale e preventiva nel caso esistano “fondati motivi” di ritenere in pericolo “il positivo esito della riscossione”: dall’ipoteca sulla casa del presunto evasore, al pignoramento dei suoi conti correnti fino alla ganasce fiscali per i veicoli.


http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/10/0...galizzati.shtml

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Equitalia ti mette le mani in tasca


"Da oggi Equitalia potrà prelevare i soldi direttamente dai conti correnti, potrà ipotecare le case, l'auto ed i beni delle famiglie e delle persone più in difficoltà in modo rapido. Infatti, passati 60 giorni dall'avviso al contribuente debitore (si parla di debiti con lo Stato contratti a partire dal 2007, imposte sui redditi, Iva, Irap), la famigerata Equitalia potrà attivare tutti questi mezzi per recuperare il debito. Credo che questo sistema sia anticostituzionale e pericoloso per tutte le famiglie e piccole imprese che versano in difficoltà economica. La prima casa, l'auto se non di lusso ed i beni necessari per vivere e lavorare devono essere intoccabili. Questa legge, invece, porterà certe famiglie nella povertà più assoluta. Artigiani e piccoli imprenditori in difficoltà sono avvisati."
Filos H.

www.beppegrillo.it/2011/10/equitalia_ti_me/index.html



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Equitalia fuori dalle regole
Di Potito Salatto
Ormai Tremonti e questo Governo non sanno più cosa inventarsi per racimolare contanti, visto che l’Agenzia delle Entrate ha affidato a Equitalia il compito di recuperare i crediti delle tasse ancora prima di un processo per definire chi ha ragione, realizzando nel frattempo blocchi di conti correnti e pignoramenti di beni mobili e immobili. Cio’ passati 60 giorni dalla notifica e a prescindere dall’effettivo ricevimento della stessa da parte del contribuente. Invece di puntare sullo sviluppo economico si da’ insomma carta bianca a Equitalia, consentendole di agire fuori da qualsiasi regola europea, con mezzi pesantissimi e facoltà da despota. E’ chiaro che per questo Governo i cittadini sono diventati dei sudditi da spremere nell’interesse del signorotto di turno. Mi auguro che in Parlamento la questione venga sollevata al piu’ presto, per evitare danni ancora piu’ pesanti di quelli che la crisi economica sta facendo. Se si continua su questa strada, Equitalia farebbe bene, almeno per coerenza, a cambiare nome: dovrebbe chiamarsi ‘Iniquitalia.

http://www.generazioneitalia.it/2011/10/03...i-dalle-regole/
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In arrivo una pioggia di notifiche da Equitalia". I casi Sardegna e Piemonte a confrontodi Antonella Loi
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"Una pioggia di notifiche sta per abbattersi su milioni di contribuenti, molti dei quali ignari". L'ora X è già scattata: dal primo ottobre gli strumenti a disposizione di Equitalia Spa per il recupero dei crediti che lo Stato vanta verso i morosi si sono potenziati. E non poco: dalla cartella esattoriale immediatamente esecutiva - non c'è più il passaggio della notifica - al pagamento del debito entro 60 giorni e fino all'obbligo di versamento di un terzo del dovuto all'atto della presentazione del ricorso, il rischio è che "nell'arco di 90 giorni il piccolo imprenditore, l'artigiano o il lavoratore autonomo, ma anche il semplice cittadino, si trovino con la casa ipotecata, il conto corrente pignorato o le ganasce fiscali sui veicoli che magari utilizzava per lavorare". Il tutto su un debito che nel frattempo è raddoppiato o triplicato. Risultato: tante nuove vittime della crisi economica e, sussidiariamente, dello Stato. "Badate bene che negli ultimi quattro mesi c'è stato uno stop nell'invio di notifiche": Alberto Goffi, avvocato e consigliere regionale in Piemonte, da molti anni a fianco dei tanti disperati, vittime di Equitalia, lancia un sasso. Spieghiamo meglio: siccome dal primo ottobre il recupero è più agevole e "sicuro", allora molte amministrazioni pubbliche (dall'Agenzia delle entrate, all'Inps, agli enti locali e varie amministrazioni statali) "hanno aspettato le nuove norme per andare a richiedere indietro i propri soldi, a ben vedere, remunerati oltre ogni regola di buon senso e giustizia.In Piemonte soffre il tessuto produttivo - Per Goffi l'allarme è concreto: sono a rischio milioni di persone e centinaia di migliaia di imprese in tutta Italia, di cui 4mila solo in Piemonte. Una fetta consistente del tessuto economico e sociale potrebbe venire spazzato via: "Stiamo parlando di quelle piccole e medie imprese che reggono la quasi totalità della produzione nel Nord e una buona parte nel resto d'Italia". E i metodi Equitalia, con i loro fattori moltiplicatori del debito attraverso un sistema di sanzioni e interessi (più gli aggi di riscossione che arrivano fino al 9,5 per cento), diventa un'arma micidiale. L'ampia esperienza che Goffi ha maturato tra i centri e le campagne del Piemonte accanto ai contribuenti morosi, condensata nel libro E' qui l'Italia?, scritto insieme ad Antonio Lubrano e nato per finanziare un fondo di assistenza alle vittime di Equitalia, gli permette di dare la misura del fenomeno. "I numeri dicono che solo in Piemonte abbiamo 43mila ipoteche attive e 200mila persone in difficoltà".Casa pignorata in due mesi, le nuove norme di Equitalia"Aziende in crisi colpa anche dello Stato" - E se è la crisi econonomica ad aver mietuto vittime, ancora di più rischia di affossarne lo Stato. "Molto spesso capita che le persone in bilico vantino crediti per servizi o lavori resi alle pubbliche amministrazioni: attività eseguite ma mai rimborsate". In questi casi infatti la legge dice che i rimborsi debbano avvenire entro sessanta giorni ma come minimo passano sei mesi e si arriva a casi in cui imprenditori attendono anche 9 anni prima di vedere i soldi. "Un paradosso - spiega Goffi - da una parte lo Stato ti deve soldi, dall'altra ti ipoteca la casa perché tu non riesci a pagare le tasse. E' proprio grazie a questi presupposti che molti si sono ritrovati con le casse vuote". Ed Equitalia alle calcagna. "E non stiamo parlando di evasori fiscali - sottolinea - ma di persone che le tasse le hanno sempre pagate, eccome". Osservazioni che non finiscono qui: se è vero che il 41% dei ricorsi dà ragione al contribuente, si capiscono le conseguenze pratiche dell'obbligo di versare il terzo della somma dovuta all'atto dell'opposizione: ma che norme sono queste?", si chiede con amarezza Goffi.Caso Sardegna: 80mila aziende rischiano la chiusura - Dal Piemonte alla Sardegna: stessa dinamica ma in un tessuto economico sociale differente. Perché nell'Isola l'indebitamento sembra essere di casa e non dal 2007-2008, anno della crisi dei mercati finanziari internazionali, ma ormai da decenni. Dalla Cassa del Mezzogiorno in poi, si può dire che l'indebitamento delle imprese sarde sia determinato storicamente. E se oltre all'atavica depressione ci si mette anche un certo gusto nell'accanirsi contro piccoli imprenditori e autonomi con partita Iva la frittata è fatta. "Sono 80mila le imprese che nell'Isola rischiano la chiusura grazie al malefico intervento di Equitalia", spiega non dissimulando la rabbia Giuseppe Carboni, esponente del movimento indipendentista Irs ed esperto del fenomeno. "Non stiamo parlando di noccioline: la media nazionale di incidenza è del 12 per cento, quella della Sardegna è del 25"."Sterminio pianificato" - E dietro questo dato ci sono migliaia di famiglie che vivono con il fiato sospeso in attesa che qualcuno intervenga per scongiurare quella che sarebbe "una catastrofe economica e sociale". "Il mio caso è emblematico - racconta Carboni -: attendendo i rimborsi dello Stato, mi sono trovato a non poter più pagare stipendi e contributi per i miei dipendenti. Situazione difficile: Equitalia mi ha ipotecato la casa, la banca mi ha tolto il fido e il pignoramento del conto corrente ha fatto il resto. Oggi ho un debito che cresce di 50 mila euro all'anno solo di interessi". Per l'imprenditore, si tratta di "uno sterminio pianificato: interessi calcolati sugli interessi, si chiama anatocismo e succede solo in questo Paese. Senza contare che le cartelle con gli studi di settore errate sono quasi una su due". All'arroganza di un sistema "iniquo e delinquente" si può rispondere? "E' compito dei politici - non quelli nazionali che scientemente hanno dato a Equitalia gli strumenti, ma quelli regionali - scendere in campo e applicare l'articolo 51 dello Statuto della Sardegna secondo il quale la Regione può chiedere la disapplicazione di norme statali che arrecano danno al tessuto sociale ed economico del popolo sardo", dice. Ma i consiglieri sono chiamati in causa anche contro i dirigenti di Equitalia che, dice il delegato Irs, "da noi rispondono solo alla regola del massacro, forse per ambizioni personali".Ricorsi al Tar e guerra alle violazioni - Intanto il primo ottobre ha portato la nuova normativa che consente all'agente di riscossione di essere ancora più "produttivo" (l'obiettivo fissato dal ministro dell'Economia Tremonti è di 13 miliardi di euro per il 2011). "Stiamo affilando le armi -: dice Carboni - la gente è intenzionata a ribellarsi. Noi dell'Irs - aggiunge - con un gruppo di avvocati ci stiamo preparando ad avviare una serie di denunce contro Equitalia per usura, visti gli interessi e gli aggi che vengono applicati ai debiti, ma anche per sfruttamento del lavoro perché i messi notificatori - e questo è un paradosso - sono assunti con contratti impropri e le firme che compaiono negli atti spesso sono fasulle". Senza contare, spiega ancora, che Equitalia "non sembra collaborativa" nei confronti dei contribuenti che chiedono legittimamente l'accesso ai dati, magari in vista di un ricorso al Tar. "La risposta che dà l'ente è che 'non c'è interesse diretto'. Ma scherziamo? E' una violazione palese delle norme sulla trasparenza", conclude Carboni.

http://notizie.tiscali.it/articoli/intervi...fi_carboni.html
 
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Fisco: Befera, improprio ruolo Equitalia come ammortizzatore sociale

MERCOLEDI' 12 OTTOBRE 2011
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 12 ott - "In conseguenza del forte stato di crisi che sta interessando settori economici e/o particolari contesti territoriali, si e' tentato di assegnare a Equitalia un improprio ruolo di ammortizzatore sociale, cercando di limitare l'azione di recupero coattivo, anziche' intervenire a monte sulle cause strutturali della crisi". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in audizione sulla riforma fiscale davanti alla commissione Finanze del Senato. "Cio' - ha proseguito - ha determinato alcuni recenti interventi normativi che stanno determinando riflessi negativi sull'andamento dell'attivita' di riscossione, come testimoniato dalla recente diminuzione degli incassi. Equitalia - ha concluso Befera - sta comunque prontamente riorganizzando la propria attivita', con l'obiettivo, sempre presente, di essere vicina ai debitori, mantenendo, nel contempo, adeguati livelli di riscossione". Amm (RADIOCOR) 12-10-11 15:24:10

Fonte
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/a...mproprio-ruolo/

avete letto bene, lo sceriffo di Nottingham si preoccupa della diminuzione degli incassi della sua agenzia di usurai anzichè rammaricarsi della situazione disperata del ceto medio e produttivo italiano :facepalm: :facepalm: :facepalm: :facepalm:

Protesta contro Equitalia a Viareggio

lunedì, 10 ottobre 2011, 15:03

Protesta, questa mattina, sotto gli uffici di Equitalia: circa una ventina di persone dell’Assemblea viareggina verso il 15 ottobre hanno manifestato e appeso alcuni striscioni, oltre a distribuire volantini alle persone che uscivano ed entravano negli uffici. "La società Equitalia ormai da diversi anni è diventata lo strumento di riscossione crediti dello Stato che di fronte alla crisi economica creata dalla finanza e dalla speculazione bancaria cerca di accollare debiti e sacrifici ai settori più deboli dalla società, anche attraverso ignobili strumenti punitivi come il pignoramento dei beni personali (casa, automobile) - scrivono in una nota -, la logica delirante e sadica dei “nostri governanti “cerca di salvaguardare ancora una volta i grandi evasori e i banchieri colpendo invece lavoratori, disoccupati, migranti, precari, partite iva, “colpevoli” di aver dimenticato di pagare una multa o anche una minima parte delle tasse". "Ad oggi - proseguno - il governo Berlusconi, nella sua palese incapacità programmatica dentro la crisi, pensa bene di dare pieni poteri ad Equitalia per riscuotere i mancati pagamenti da parte dei contribuenti, dando l’ok alla partenza dell’operazione “fine del mondo"". Ma cosa sarà questa nuova arma che l’agenzia dell’entrate ha dato a disposizione di Equitalia? Innanzi tutto dopo 60 giorni dall’avviso al contribuente (“Devi pagare”, e si parla di debiti con lo Stato contratti a partire dal 2007, imposte sui redditi, Iva, Irap)

Equitalia potrà attivare i suoi mezzi per recuperare il debito. Potrà iscrivere ipoteca al contribuente considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla centrale rischi delle banche con conseguente chiusura dei fidi), potrà pignorare il suo conto e avviare i pignoramenti presso terze e far partire le ganasce fiscali sulle auto. Il “titolo di debito” è immediatamente esecutivo: basta un avviso per essere considerati in mora. Non c’è più bisogno di istruire una cartella esattoriale che, ricorsi compresi, portava al saldo dell’eventuale debito entro 15-18 mesi. " Il problema - spiega Assemblea viareggina verso il 15 ottobre - è che in quattro casi su dieci i ricorsi davano ragione al contribuente. Entro 61 giorni dall’avviso – a prescindere dal fatto che l’avviso sia stato ricevuto o dorma in un ufficio delle Poste, in una Casa comunale – il contribuente o paga l’intera somma o contesta pagandone un terzo (più gli interessi maturati). Si deve saldare prima ancora dell’istruzione di un processo amministrativo che definisca chi ha ragione. Di fronte al ricorso del cittadino, per sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno ipotecare una casa e bloccare un’auto. Se Equitalia, poi, si convince che c’è “fondato pericolo” di perdere il credito, ha il mandato per fare quello che crede: sequestrare una pensione, mandare un bene all’asta immobiliare. Se il colpito dimostrerà di avere problemi di liquidità – novità della terza e ultima rivisitazione – chiederà a un giudice tributario una sospensiva per fermare l’azione (per 150-180 giorni) oppure aderirà a un concordato (sconto con trattativa). Leggendo quello che consiste questa nuova arma di riscossione, è evidente come la classe dirigente italiana sia la prima colpevole di questa crisi, dimostrandosi nuovamente incapace di trovare soluzioni di rilancio per il paese Italia. Con questa manovra, mascherata da timido tentativo di dare un colpo alla forte evasione, ma poi va a colpire chi veramente subirà questa manovra, cioè i soliti noti, i quali la loro unica colpa, a fronte di non pagamenti di mutui, affitti e le spese per sopravvivere, sarà di andare incontro, non potendo difendersi come fino ad ora era avvenuto, difese e contestazioni che per la maggior parte hanno visto vittorie, a pignoramenti e fermi amministrativi. Staremo a vedere, fiduciosi del fatto che anche Equitalia, come tutto il mondo della finanza, continui a non poter dormire sonni tranquilli..". E il 15 Ottobre la protesta si trasferirà a Roma per una grande mobilitazione globale contruita “dal basso”.

Fonte

http://www.lagazzettadilucca.it/versilia/2...ia-a-viareggio/
 
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Equitalia. Si accende la protesta, contro i gabellieri coi superpoteri.

Ieri un amico mi ha raccontato che, recatosi all'Equitalia a Trastevere per delle pratiche, non è riuscito neppure ad avvicinarsi perché c'era "l'intifada". Lancio di uova e sassate, polizia, gente indiavolata col metaforico forcone.

Così, ho cercato di saperne di più in Rete e sui giornali. Nulla, eppure Equitalia in genere fa notizia.

Ebbene, ho scoperto che se non si leggono i giornalini locali non si ha affatto un quadro corretto della realtà: tale "intifada" sta infatti scoppiando un po' in tutta Italia. Ed è l'ennesima dimostrazione che gli italiani tanto pecoroni non sono, lo sembrano soltanto, finché si nascondono le informazioni su come e dove succedono le proteste. Eccone un riepilogo degli ultimi giorni.

- Roma. Trastevere, assalto dei precari a Equitalia. Fitto lancio di uova e sassi.

- Campobasso. Striscioni e lancio di fumogeni.

- La Spezia. Manifestazione davanti alla sede Equitalia.

- Viareggio. Striscioni e volantini.

- Sassari. Equitalia denunciata in Procura.

- Cosenza. Studenti lanciano uova contro la sede.

- Torino. Gli mandano persino le "lettere all'antrace" con auguri di morte.

- Napoli. Impacchettata la sede Equitalia.

- Lecce. Volantini e "impacchettamento".

Nel frattempo, cominciano ad emergere alcune attività illegali collegate ad Equitalia. Ed è assolutamente prevedibile ed ovvio: da che mondo è mondo, se concedi a degli esattori il potere di vita o di morte sul resto della popolazione, le vessazioni e gli approfittamenti sono inevitabili. Nel medioevo succedeva ogni giorno, l'essere umano non è cambiato di molto, sarebbe dovuta cambiare l'organizzazione sociale ma invece no.

Comunque, ecco qua:

Una manager di Equitalia Torino è anche titolare di una società immobiliare che compra case ipotecate. Pensate che meraviglia: sa in anticipo quali saranno i più ghiotti bocconi messi all'asta e può appropriarsene. Potrebbe persino avviare più celermente le ipoteche degli immobili più appetibili, rispetto agli altri. Sarà l'unico caso in Italia? Sarà l'unica dipendente Equitalia ad aver pensato ad un tale business?

Alcuni impiegati Equitalia, in Puglia, si servivano di timbri e documenti falsi per estorcere denaro ai contribuenti, sotto minaccia di cartelle esattoriali, ipoteche e quant'altro. Le cifre richieste variavano dai tremila agli ottomila euro. Sarà l'unico caso in Italia? Saranno gli unici dipendenti Equitalia ad approfittare dei loro superpoteri assoluti?

Gira voce qui a Roma (l'ho sentito in tram) che ci sono altri impiegati Equitalia disposti a cancellare i debiti iscritti a ruolo dei cittadini. Non lo fanno gratis, naturalmente, ma dietro pagamento di congrua percentuale sul dovuto. E non corrono certo rischi per gli sfigati che devono all'Ente mille o duemila euro: si muovono solo dai ventimila in su. Sarà l'unico caso in Italia? Saranno gli unici dipendenti Equitalia ad aver pensato di arricchirsi con un clic sul tasto delete?

Ne sentiremo sempre di più, di questi casi. I gabellieri coi superpoteri si comportano così, è perfettamente prevedibile. Prima o poi qualcuno chiederà lo ius primae noctis a vostra figlia dodicenne, per non pignorarvi la casa. E la protesta monterà sempre di più, esattamente come accadeva nel medioevo. Nel medioevo spesso poi finivano linciati dalla popolazione, ma questo oggi non succederà: si sa, ci siamo di molto civilizzati.

fonte
http://crisis.blogosfere.it/2011/10/equita...uperpoteri.html
 
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ttilio Befera: leader totalitarista o funzionario di Stato?
ottobre 14, 2011 alle 09:48 | Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento
Il doppio ruolo di un uomo diviso tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia



Attilio Befera, più che un funzionario dello Stato, somiglia ad uno di quei leader politici come li troviamo in quei Paesi dove la democrazia è ancora una meta irraggiungibile.

Le sue dichiarazioni, oltre a non esser motivate vista la sua funzione non politica, sono inopportune, provocatrici e prevaricatrici. Zittiscono chiunque vada contro di esse e tolgono ogni speranza per un ipotetico patto di corresponsabilità tra Stato e cittadino. Non solo, tutto quel che dice cozza terribilmente con le sentenze che la Federcontribuenti incassa quasi quotidianamente: sentenze che danno ragione alle vittime di Equitalia. Anche i numeri che fa sono sbagliati. Secondo Befera, i ricorsi in Commissione tributaria sono diminuiti del 3% nel 2010 e in ulteriore calo nei primi 8 mesi del 2011e prevede una ulteriore riduzione del contenzioso grazie al procedimento di mediazione, in vigore dal 1° aprile 2012, che consentira’ per le liti potenziali di valore fino a 20.000 euro, di evitare il ricorso alle Commissioni tributarie. La Federcontribuenti invece denuncia un aumento di richieste di aiuto per conti correnti e pensioni pignorate, fermi amministrativi e aste giudiziarie! Inoltre si inventa situazioni tipo il fantomatico ruolo di Equitalia come ammortizzatore sociale, ruolo che Befera ha palesemente rigettato ma che nessuno gli ha dato. Gli ammortizzatori sociali sono un complesso meccanismo finanziario finalizzato ad aiutare quei soggetti che hanno perso il posto di lavoro, Equitalia è invece uno strumento attraverso il quale si dovrebbero garantire servizi tipo la riscossione delle imposte e la lotta all’evasione fiscale: ad oggi gliammortizzatori sociali sono quasi inesistenti ed Equitalia è una vera macchina mangia soldi, legalità e giustizia. Tra Befera e Tremonti ci sono milioni di cittadini sul piede di guerra e le continue manganellate, arresti ed estremi tentativi di repressione non fanno che far montare la rabbia.La domanda è, dove vogliamo arrivare?

Tenerezza fanno anche le discussioni politiche sul condono che Berlusconi vorrebbe regalare ai suoi amici imprenditori in cambio di qualche anno ancora al potere; favore che invece Lega e Tremonti non vogliono concedergli. Anche loro impegnati a ipotecarsi politicamente i prossimi anni.

«Se condono deve essere che sia a favore delle classi sociali più colpite, come lo sono le piccole imprese e i singoli cittadini, – commenta il presidente della Federcontribuenti,Finocchiaro -, amnistia, reset, azzeriamo i debiti di questi e prendiamo qualche soldo in più dai grandi gruppi industriali. Tassiamo ulteriormente tutti coloro che hanno un reddito da nababbo. Se cavolate dobbiamo dire che almeno siano a favore dei cittadini. »

Se poi vogliamo parlare sul serio e impegnarci a salvare questo carrozzone che è la nostra Nazione, parliamo di « redistribuzione del debito, lo stesso meccanismo usato per i club di calcio, spalmiamo i debiti dei cittadini. Assicuriamo a questi un lavoro, un regime fiscale stratificato; un tetto delle imposte in base al reddito di ognuno. Agevoliamo le piccole imprese in difficoltà, eliminiamo gli aggi dalle cartelle esattoriali per legge e per legge impediamo venga sottratta l’unica casa adibita ad abitazione». Diamoci un aspetto umano ed ugualitario, rispettiamo « i diritti di ognuno e il comune senso del pudore altamente snobbato dal governo e da Attilio Befera». Chiediamo quindi al presidente di Confindustria di attivarsi per la preparazione di un patto tra il mondo delle imprese e l’Agenzia delle Entrate per dotare i diversi strati sociali di diverse modalità fiscali: una impresa piccola o media non può subire lo stesso regime fiscale di una multinazionale. Un impiegato a basso salario non può pagare le stesse imposte di un ministro altrimenti dobbiamo equiparare gli stipendi. Qui addirittura riscontriamo un aumento sugli interessi da parte di Equitalia: dopo il 90 simo giorno il contribuente deve all’Ente la somma più un 9% in più. Nel nuovo atto di accertamento esecutivo, in caso di pagamento oltre i 90 giorni dalla ricezione, sugli ulteriori interessi il contribuente dovrà calcolare l’aggio al concessionario (9%) anche per quel periodo. Invece fino a settembre, cioè prima della riforma, questo compenso scattava solo in seguito alla scadenza dei 60 giorni dalla notifica della cartella da parte dell’agente della riscossione. Il governo non può passare le sue giornate a discutere del nulla quando l’Italia sta per essere attraversata da un terremoto civile.



http://federcontribuenti.wordpress.com/201...nario-di-stato/
 
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