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Ancora misteri dal Sole

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Jack O'Neill
view post Posted on 20/6/2005, 08:38     +1   -1




Ancora misteri dal Sole

Lo scorso 20 Gennaio gli astronomi hanno registrato la più intensa attività solare degli ultimi 50 anni che ha portato ad una sorta di revisione delle teorie sul Sole e delle tecniche di “previsioni del tempo” nello spazio. Il brillamento solare si è fatto sentire dagli strumenti a terra e nello spazio per alcuni minuti. E’ stato una specie di esempio estremo di come una tempesta di radiazione solare può arrivare in breve tempo sul nostro pianeta e causare seri problemi anche per le missioni spaziali.

Data la sua vicinanza alla Terra, circa 150 milioni di chilometri, il Sole è l’unica stella di cui si possono osservare direttamente ed in dettaglio i fenomeni fisici che si manifestano sulla sua superficie ed in altre zone a diverse profondità. Queste osservazioni sono particolarmente importanti perchè aiutano gli astrofisici a valutare le teorie sulla struttura ed evoluzione stellare.

Lo studio del Sole non è solo importante per l’Astrofisica ma anche per la Fisica in generale. Il Sole infatti può essere considerato come un gigantesco laboratorio dove si possono osservare quasi in tempo reale – la luce impiega circa 8 minuti per percorrere la distanza Sole-Terra – i fenomeni fisici in condizioni di temperatura e densità estreme, non possibili da ottenere nei laboratori a Terra.

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L’interazione Sole-Terra: il vento solare arriva fino agli strati più alti dell’atmosfera terrestre e si manifesta con il fenomeno della aurore polari (Credit: SOHO-NASA/ESA)

Da più di un secolo, noi sappiamo che il Sole influenza anche i processi fisici che avvengono nell’alta atmosfera terrestre e che sono oggetto di studio di un altro settore della Fisica, cioè la Geofisica.

La Terra è come “immersa” nel Sole o meglio nella sua regione più tenue della sua atmosfera che continuamente fluisce verso l’esterno nello spazio interplanetario sottoforma di “vento solare”. Oggi esiste tutta una problematica nota come Fisica Sole-Terra che studia le molteplici relazioni fra attività solare e fenomeni geofisici.

Le complesse interazioni fra i campi magnetici e i moti del plasma nell’atmosfera solare danno luogo alle molteplici manifestazioni di attività solare che variano nel tempo e si concentrano in regioni fra loro interagenti che vengono chiamate Regioni Attive.

La prima manifestazione in queste Regioni Attive, che può durare diversi mesi, è costituita dal sorgere di campi magnetici dovuti agli strati più bassi della fotosfera. Si tratta di campi magnetici discontinui, a forma di arco, legati ai processi fisici che avvengono negli strati esterni superficiali. Giornalmente si formano centinaia di Regioni Attive e di queste solo una al giorno in media riesce a sopravvivere e quindi a evolversi in fasi successive.

Contemporaneamente, o subito dopo il sorgere dei campi magnetici, si formano delle strutture brillanti note come facole. L’estensione di queste strutture è pari a qualche centesimo della superficie solare ma la loro area è enorme se confrontata con la scala terrestre: si tratta cioè di aree dell’ordine di decine di miliardi di chilometri quadrati.

Le Regioni Attive possono poi evolvere ad una fase successiva che è la più attiva e che può durare da una a diverse settimane, dando origine a macchie, brillamenti e protuberanze a rapida evoluzione.

Tempesta solare anomala

Il fatto più sorprendente che si è potuto registrare nell’evento del 20 Gennaio è stato il breve tempo con cui le particelle hanno raggiunto il massimo dell’intensità e poi sono arrivate a Terra. Di solito, una volta avvenuto un brillamento solare, ci vogliono circa due ore affinchè una “doccia di protoni” arrivi sul nostro pianeta mentre le particelle dell’evento del 20 Gennaio hanno impiegato solo 15 minuti.

Questo ci fa capire come sia importante monitorare l’attività solare per prevedere in anticipo eventuali brillamenti in modo da tutelare gli astronauti in orbita per le future missioni interplanetarie. Lo straordinario evento solare ha scosso, per così dire, le teorie sull’origine e la formazione di sciami di particelle cariche che arrivano sulla Terra. Dal 1990 si credeva infatti che lo sciame di protoni che raggiungono il nostro pianeta fosse causato da onde d’urto nella parte più interna del sistema solare, cioè quando si hanno le emissioni coronali di materia che vengono diffuse nello spazio interplanetario.

I protoni di questo evento potrebbero essere arrivati direttamente dal Sole e questo ha creato negli astrofisici degli interrogativi sulle teorie dell’attività solare.

I brillamenti solari e le emissioni coronali di materia, che si manifestano come nubi gigantesche di plasma diffuse nello spazio, sono le esplosioni di energia più violente che avvengono nel sistema solare. Essi sono causati dalla formazione e dalla successiva espulsione dei campi magnetici nell’atmosfera solare in quelle regioni che noi chiamiamo macchie solari.

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Un esempio di brillamento solare osservato dallo strumento EIT (Extreme UltraViolet Imaging Telescope) a bordo di SOHO (SOlar Heliospheric Observatory) alla lunghezza d’onda di 195Å il 2 Maggio 1998. Un brillamento solare, chiamato dagli astrofisici flare, consiste di una rapida ed intenza variazione di luminosità e si ha quando l’energia del campo magnetico che raggiunge la superficie solare viene rilasciata, lanciando verso l’esterno la materia ad una velocità di alcuni milioni di chilometri all’ora.
In alcuni punti della superficie le linee di forza del campo magnetico si riconnettono e si cancellano reciprocamente e questo causa la fuoriuscita del plasma. Nell’immagine si nota inoltre il gas coronale alla temperatura di un milione e mezzo di gradi e le strutture del campo magnetico solare. (Credit: SOHO-NASA/ESA)


Non si sa ancora come si forma e come viene rilasciata questa enorme quantità di energia dei brillamenti solari anche se ci sono dei modelli che ci spiegano che una possibile causa sia dovuta alla rotazione delle macchie solari che provocano la distorsione dei campi magnetici.

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Rappresentazione artistica di come, secondo uno dei modelli proposti, le linee di forza dei campi magnetici vengono distorte dalla rotazione delle macchie solari determinando brillamenti di alta energia. Credit: NASA

La rotazione delle macchie solari non ci spiega in definitiva l’emissione di alta energia registrata dall’evento del 20 Gennaio poichè si è trattato dell’ultimo di una serie di 5 grandi brillamenti provenienti dallo stesso gruppo di macchie solari e nessuno sa ancora perchè questo sia stato il più estremo rispetto ai primi quattro.

Probabilmente non sappiamo ancora bene come funziona la nostra stella e perciò abbiamo bisogno di una serie di altri dati che, grazie a satelliti dedicati, ci aiuteranno a capire meglio come “vive” il Sole.

Autore:Corrado Ruscica
Fonte: http://www.scienzaonline.com/astronomia/mi...i-del-sole.html


Qui di seguito vedete i filmati relativi all’evento
Fonte: NASA





 
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Husq-Thor
view post Posted on 13/7/2008, 01:04     +1   -1




ciò mi sembra tutto frutto della fantasia espressa al pc!
ma la nasa ha rilasciato un comunicato ufficiale a proposito?
 
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semiconductor
view post Posted on 16/7/2008, 16:08     +1   -1




Ciao marco.
Citando un aneddoto che campeggia sulla firma di Fox

NASA = Never A Straight Answer

ti dico che l'ente americano non risponde MAI a domande scomode.
Ti faccio un esempio su tutti:

sono mesi che Fox scrive mail alla NASA per avere spiegazioni sul perchè la sonda Cassini trasporta al suo interno 72 libbre di plutonio (riguardo il caso del Lucifer Project) e MAI dico MAI si sono degnati di rispondere.
Figurarsi se mai si prenderanno la briga di spiegare ad un pubblico disinteressato perchè la SOHO cattura periodicamente ogni sorta di anomalie.
Se il capo :grin3: mi rinfrescasse la memoria potrei anche indicarti un nostro vecchio post con decine e decine di anomalie :)

semiconductor
 
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2 replies since 20/6/2005, 08:38   469 views
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