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Scoperti nel mare di Gela 39 lingotti di oricalco di 2.600 anni fa

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view post Posted on 15/1/2015, 17:40     +1   -1




Scoperti nel mare di Gela 39 lingotti di oricalco di 2.600 anni fa

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In Sicilia nel mare di Gela, il 29 dicembre 2014 a poche decine di metri dal litorale di contrada Bulala sono stati scoperti vicino al relitto di una nave scoperta tempo fa, dall’ associazione culturale "Mare Nostrum", 39 lingotti di Oricalco di un colore simile a quello dell’oro da un chilo l’uno risalenti al VI secolo avanti Cristo. Mentre il recupero è stato effettuato dai sommozzatori della guardia costiera, della Guardia di Finanza, e della Soprintendenza al Mare. Oltre ai lingotti è stata scoperta una statua di 30 cm della Dea Demetra ed una macina in pietra lavica.
Nello specifico i 39 lingotti di oricalco sono stati realizzati con una lega di 75-80% percento di rame 15-20% percento di zinco e piccole percentuali di piombo, ferro e nichel.

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L’oricalco è un leggendario metallo citato anche da Platone nel dialogo Crizia nel testo Platone racconta che :”Le mura esterne della città furono coperte con lame di bronzo le interne con lame di stagno quelle che circondavano la rocca con lame di oricalco coruscante “
E parlando del tempio dedicato a Clitone e Nettuno “ L’esterno tranne le parti elevate era tutto guernito d’argento quelle parti più alte d’oro, argento, oricalco, avorio lavorato; le pareti, le colonne i pavimenti, ornati d’oricalco.” E cita anche che su di una colonna d’oricalco fossero scritte le leggi. “ attenevansi tuttavia a’ precetti di Nettuno che i loro maggiori avevano inscritti su d’una colonna d’oricalco posta nel tempio di Nettuno nel mezzo dell’isola.”


Il termine oricalco venne poi ripreso ed utilizzato per una lega metallica molto pregiata del passato; composta da rame all’80% e zinco 20% , usata per la coniazione di monete e di oggetti di particolare valore. All’epoca l’Oricalco era una lega pregiata di valore inferiore soltanto all’oro e all’argento. Durante il periodo di Augusto (63 a.C. -14 d.C.) a Roma vennero coniati dinari e sesterzi in oricalco.
La scoperta è una riprova del fatto che la colonia greca di Gela, fosse un’importante porto per gli scambi commerciali, e probabilmente i lingotti provenivano dalla Grecia o dall’Asia Minore.

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Il soprintendente del Mare Sebastiano Tusa ha definito la scoperta: "unica ed eccezionale" e che "conferma - secondo lo stesso Tusa - il ruolo centrale della colonia greca di Gela nei rapporti produttivi e commerciali con la madrepatria e ci pone l'obbligo di approfondire le ricerche archeologiche marine". Lo stesso Tusa ha anche affermato: “Il rinvenimento di lingotti di oricalco nel mare di Gela apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea. Finora nulla del genere era stato rinvenuto nè a terra nè a mare. Si conosceva l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva attribuivano a Cadmo».
Gli oggetti recuperati saranno esposti presso il museo archeologico di Gela.

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