| CITAZIONE (lug @ 9/4/2013, 00:29) lug sei famoso anche all'estero! è bello far conoscere tutti i ritrovamenti che fate! ma le pietre poi le esponete da qualche parte (musei, esposizioni locali etc) ? L'altra testimonianza di rilievo è il proliferare di manifestazioni megalitiche, la cui più spettacolare e originale è quella delle statue stele nella lunigiana. Queste particolari pietre oblunghe, conficcate nel terreno dei boschi, terminavano con teste umane stilizzate, e potevano essere dotate di braccia, attributi sessuali e oggetti significativi (es. pugnali). Del loro reale significato si è perso la memoria, oggi si ipotizza che rappresentassero: dei; antenati ed eroi divinizzati; la nascita dal grembo materno a simboleggiare la provenienza della loro razza scaturita direttamente dal grembo della terra e della natura. Le teste, così tanto rappresentate, per i Liguri erano la sede dell'anima, il centro delle emozioni ed il punto del corpo dove erano concentrati tutti i sensi, di conseguenza l'essenza del divino e da qui il suo culto. In linea di massima, si ritiene che la religione ligure fosse piuttosto primitiva, rivolta a dei numi tutelari soprannaturali, rappresentanti le grandi forze della natura, e dai quali si poteva ottenere aiuto e protezione tramite la loro divinazione. Il proliferare di centri sacri in prossimità delle vette, starebbero ad indicare il culto di maestosi numi celesti, rappresentati dalle alte vette: in effetti Beg- (da cui Baginus e Baginatie), Penn- (trasformato poi con la romanizzazione in Iuppiter Poeninus e nell'Appenninus pater) e Alb- (da cui Albiorix) sono indicati come numi tutelari delle vette liguri. Sono citati anche numi come Belenus e Bormo, legati al culto delle acque, e il culto delle matronae (da cui il santuario di Mons Matrona, oggi Monginevro). Tra le moltissime incisioni, significativa è la presenza della figura del toro, anche solo stilizzato tramite il simbolo delle corna, questo starebbe ad indicare il culto di una divinità taurina, maschile e fecondatrice, già nota alle culture anatoliche e semitiche. Un altro nume di rilievo era Cicnu (il cigno), che rappresenta forse la divinizzazione di un mitico re antico (il Cicno dei greci) oppure, come per molte culture nordiche, l'animale totemico associato al culto del sole. Grazie al lungo contatto con le popolazioni celtiche, probabilmente i Liguri acquisirono credenze e miti provenienti da quel mondo. Sicuramente, a partire dal VII secolo a.C., i corredi funerari sono simili a quelli riscontrabili presso popolazioni di cultura celtica.http://it.wikipedia.org/wiki/LiguriCicno (Stenelo) Secondo il mito riportato da Esiodo, Cicno, figlio di Stenelo, era re della Liguria e parente di Fetonte, nonché suo migliore amico. Giovane in possesso di una voce melodiosa, amava cantare e comporre musica. Fetonte, figlio del Sole, guidando il cocchio del padre si era avvicinato troppo alla Terra, bruciando ogni cosa. Per questo Zeus l'aveva fulminato, facendolo precipitare nelle acque dell' Eridano, cioè nel Po. Le sorelle di Fetonte, le Eliadi, mentre piangevano vennero trasformate in pioppi e le loro lacrime si trasformarono in ambra. Cicno, parente e amico di Fetonte, che piangeva con le fanciulle, fu trasformato da Zeus in un cigno che, secondo la leggenda, canta soavemente quando sta per morire. Nel regno gli successe il figlio bambino, Cupavone, come è scritto nel libro X dell'Eneide. Afferma Pausania: «Il cigno è un uccello dalla fama di musico; si dice infatti che un musico di nome Cicno sia stato re dei liguri abitanti al di là del Po oltre il territorio dei Celti e che, dopo la sua morte, sia stato trasformato in quell'uccello per volontà di Apollo.». Secondo Servio, il cigno, una volta morto, venne collocato da Apollo tra le stelle. http://it.wikipedia.org/wiki/Cicno_(Stenelo) http://portablerockart.blogspot.it/2013/04...-from-high.html
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