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Ali Agca-Pietro Orlandi: il colloquio segreto "Questa storia nasce in Vaticano"

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view post Posted on 17/6/2011, 22:58     +1   -1
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"Emanuela Orlandi è viva ed è a Londra
Roma, 17 giu. - (Adnkronos) - "Io so dov'è Emanuela. E' viva e si trova in un manicomio in Inghilterra, nel centro di Londra ed è sempre stata sedata. Con lei ci sono due medici e quattro infermiere". La rivelazione è arrivata con una telefonata durante la trasmissione Metropolis, condotta da Valentina Renzopaoli su RomaUno, andata in onda in diretta ieri sera e dedicata all'anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi e alla presentazione del libro di Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci 'Mia sorella Emanuela'.

stata ritrovata; sarebbe stata trasferita su una Mini verde e sedata e a bordo ci sarebbero stati anche un agente inglese e una donna.

"Emanuela è passata per la Germania, la Francia e l'Inghilterra - ha detto l'uomo - a Bolzano invece non è mai passata".

L'uomo rompe il silenzio soltanto dopo ventotto anni dalla scomparsa della ragazza perché "stuzzicato" e "tirato in ballo con delle falsità" e "a questo punto paga di deve pagare", ha detto.

Alla richiesta di spiegazioni sul movente del sequestro da parte di Pietro Orlandi "Lupo solitario" risponde: "Devi scovare in fondo a cosa faceva tuo papà, mi dispiace Pietro, scoprirai cose che non ti piaceranno", e poi spiega che Ercole Orlandi era venuto a conoscenza di giri consistenti di denaro da "pulire"; giri legati all''Istituto Antonveneta. Secondo il presunto testimone il rapimento di Emanuela Orlandi sarebbe legato a Roberto Calvi.

L'emittente RomaUno metterà a disposizione della magistratura tutto il materiale. La trasmissione Metropolis andrà in onda in replica oggi alle 15 su Roma Uno, visibile su canale 11 del digitale terrestre, su satellite sulla freq. 860, in streaming sul sito www.romauno.tv e su Iphone e Ipad.



http://it.notizie.yahoo.com/emanuela-orlan...-121613513.html
 
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view post Posted on 23/6/2011, 10:20     +1   -1
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Ali Agca-Pietro Orlandi: il colloquio segreto
"Questa storia nasce in Vaticano"
L'incontro a Istanbul fra l'attentatore di Wojtyla e il fratello della ragazza sparita 28 anni fa. Fra le grandi trame e il dolore immenso di una famiglia


Il 22 giugno di 28 anni fa scompariva Emanuela Orlandi, la figlia del messo vaticano il cui caso, spesso, è stato messo in rapporto con la scarcerazione di Mehmet Ali Agca, l'attentatore del Papa appartenente al gruppo nazionalista turco dei Lupi grigi. Da quel giorno maledetto, la famiglia di Emanuela non ha mai smesso di cercarla. A spendersi sono stati tutti i parenti e i fratelli, soprattutto Pietro, dopo la morte di Ercole Orlandi, l'attendente del Pontefice che per tutta la vita attese il ritorno della figlia. Invano.

Lo scorso anno, il 2 febbraio 2010, il nostro sito riferì dell'eccezionale incontro avvenuto a Istanbul, per la prima volta, fra Pietro Orlandi e Ali Agca. Quel colloquio, svoltosi in un'abitazione privata nella parte asiatica di Istanbul, 50 chilometri oltre il centro della città, conobbe tuttavia un secondo dialogo, segreto, durato circa mezz'ora, quando il fratello di Emanuela e l'attentatore del Papa si appartarono da soli in un'altra stanza. Quello che segue qui è il resoconto registrato di quel secondo e finora sconosciuto colloquio.


In proposito è da segnalare che il Lupo grigio - il quale nella registrazione audio, di cui si trascrive qui il testo, si comporta in maniera del tutto normale, senza cioè recitare la parte del folle spesso usata durante i processi o nelle interviste fatte in tv - tocca alcuni aspetti sulla scomparsa della ragazza, che era cittadina vaticana. E più esattamente Agca dice che la sparizione di Emanuela fu dovuta a un rapimento: l'azione
delittuosa sarebbe stata portata a termine
congiuntamente da Sismi e Cia, cioè dai servizi italiani assieme a quelli americani. La regia, sostiene il turco - che al momento dell'incontro con Pietro Orlandi era stato ormai definitivamente scarcerato dalla prigione di Ankara da nemmeno due settimane - è individuata "in Vaticano". Agca afferma inoltre che a conoscere dettagli sulla scomparsa di Emanuela sarebbe addirittura il cardinale Giovambattista Re. L'alto prelato lavorava, all'epoca della sparizione della ragazza, nel cuore della Segreteria di Stato vaticana, e divenne successivamente, tra i molti incarichi importanti ricoperti, Sostituto per gli Affari generali, e infine prefetto per la Congregazione dei vescovi, ruolo avuto fino all'anno passato.

Nei giorni scorsi Pietro Orlandi ha deciso di informare lo stesso Re circa il contenuto del colloquio avuto con Agca. L'incontro si è svolto in Vaticano, e il cardinale, che non ha voluto ascoltare il resoconto registrato del dialogo tra il fratello di Emanuela e l'attentatore del Papa, ha smentito decisamente di essere a conoscenza di alcunché. Da ricordare che lo scorso anno, in un'intervista rilasciata a una tv turca, il Lupo grigio accusò l'allora segretario di Stato vaticano, cardinale Agostino Casaroli, di avere avuto a che fare con l'attentato a Giovanni Paolo II. Presso la Santa Sede è sempre stata nota la diversità di approccio, soprattutto nella politica internazionale, fra il Papa polacco e il suo braccio destro, che fu comunque scelto consapevolmente dal Pontefice. Ma è altrettanto riconosciuta la forte stima che c'era fra i due. Agostino Casaroli morì il 9 giugno 1998. Karol Wojtyla il 2 aprile 2005.

Un altro punto segnalato da Agca nel colloquio con Pietro Orlandi è l'ammissione che sulla vicenda della scomparsa di Emanuela furono compiuti in passato diversi depistaggi da parte dei servizi dell'Est Europa
. Servizi che tuttavia, nel giudizio dell'attentatore del Papa, non sarebbero rimasti coinvolti nel sequestro della quindicenne cittadina vaticana. Oggi, per arrivare alla eventuale liberazione della donna (Emanuela, se viva, avrebbe ora 43 anni) - sostiene infine Agca - occorrerebbe attivare gli elementi cattolici all'interno dell'Amministrazione americana: il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l'ex speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, e l'attuale direttore della Cia, Leon Panetta. Gli ultimi due sono italoamericani. L'ex killer turco afferma infine che per ottenere un risultato occorrerebbe in ogni caso salvare la faccia al Vaticano, e buttare tutta la responsabilità sui Lupi grigi.

Ecco, di seguito, il testo del colloquio segreto fra Ali Agca (il quale è contrassegnato dalla lettera A), e Pietro Orlandi (contrassegnato dalla P), avvenuto a Istanbul sabato 30 gennaio 2010, e svoltosi in lingua italiana:

A: Ascolta, questa è un'occasione unica e ultima per parlare di questa storia. Non ho nessuna illusione, capisci, sono un uomo libero ormai, non ho bisogno di nulla, e nessun potere occulto... Allora, io vi dirò la verità assoluta. In poche parole sarà per voi una sorpresa inaudita... ma la verità.

P: Siamo abituati a tutto...

A: Ascolta: è stata rapita dal governo vaticano, ho delle prove indiscutibili. Hai capito? Soltanto per ottenere la mia liberazione. La decisione è venuta dal governo vaticano. Io non ti dico nessuno, però la *** (incomprensibile, ndr.) del piano è stata fatta in relazione tra la Cia, servizi segreti americani, e il Sismi, servizi segreti italiani. Hanno portato via, ma il Vaticano sa tutto. Hai capito? Qualcuno per il telefonista, l'amerikano, eccetera. Sapete tutto di questa storia: cani sciolti, i Lupi grigi, o dei capi bulgari. Questa storia è ormai finita, questa ormai è diventata storia, lasciamo perdere... Adesso come possiamo liberare Emanuela? Io dire: madre Maria (cioè Agca indica la madre di Pietro ed Emanuela, ndr.) andare in Vaticano. Io ti dico che chi sa il caso Emanuela, che sa chi ha fatto il rapimento, e sa che l'ha fatto il governo vaticano, si chiama cardinale Giovanni Battista Re. Lui sa...

P: Lo conosco...

A: Lo conosci? Giovanni Battista Re. Dovete andare, dovete dire: questa è la storia, un altro superiore dei domenicani, i domenicani hanno avuto un ruolo in questa storia. Hai capito? Loro sanno...

P: E come si chiama?

A: No, no come istituzione loro sono coinvolti. Dovete dire: fate una ricerca. Chi ha portato Emanuela, chi ha organizzato? ***** (nome incomprensibile, ndr.), che era un domenicano, ma lavorava per la Cia, per il Vaticano. Poi c'è un altro discorso: andate anche dal capo dell'Opus Dei, Villa Tevere, lo sapete. Adesso, come si farà, questo è l'indirizzo dove potete andare... dove dovete andare, come si farà, se il governo vaticano non interviene, Emanuela rimarrà dove sta, sotto il controllo.

P: Secondo te loro la tengono sotto controllo?

A: Certamente, certamente, il Vaticano è una potenza mondiale.

P: Perché questo?

A: Ma se torna Emanuela, se si saprà che è stato il Vaticano, sarà una terribile....

P: Ecco perché dicevi moralmente non possono sopprimerla.

A: Non possono farlo. Ascolta: adesso se il governo vaticano ***** (incomprensibile, ndr.), questo con chi si fa? Con la Cia, si fa con la Cia, non basterebbe neanche Sismi. Degli uomini più importanti del potere americano tre sono cattolici: uomo dell'America si chiama Joseph Biden, il vicepresidente, è cattolico. Terza persona si chiama Nancy Pelosi, è cattolica e in più è italoamericana. L'altra persona, il capo della Cia, si chiama Leon Panetta, è cattolico, molto molto cattolico e inoltre è italoamericano. Il Vaticano darà un compito a loro, come liberare, ha dato come rapire, come mantenere, come nascondere, come gestire l'operazione. Se noi andiamo dai bulgari e Lupi grigi ci illudiamo, ci tradiamo la verità, la vita di Emanuela. Adesso la Cia verrà da me, io dirò: Emanuela Orlandi è stata rapita dai Lupi grigi. Noi liberiamo. Basta, addossiamo tutta la responsabilità sui Lupi grigi, così il Vaticano non subirà nessun danno, Cia non subirà nessun danno, Sismi non subirà nessun danno. Questo non è l'unico caso amico mio. Ascolta: il governo vaticano, i servizi segreti vaticani, i servizi segreti americani Cia, i servizi segreti italiani Sismi hanno rapito un'altra persona si chiama Lucenko, è il terzo uomo del Kgb, lo hanno rapito nei Musei vaticani, questo è il Vaticano. La Cia e il Sismi hanno rapito insieme il terzo uomo, uno degli uomini più importanti del Kgb, i servizi segreti sovietici. Lo hanno portato al quartier generale della Cia, hai capito? Questo è il discorso. Adesso devono intervenire come uomini e se diranno che questa vergogna eterna deve rimanere sulla nostra coscienza a me non importa, io non posso fare nulla, io voglio aiutare e voglio addossare la responsabilità sui Lupi grigi innocenti. Sì, innocenti, ma cani sciolti. Non importa. Il Vaticano è importante, la Santa Sede... non deve essere ferito nessuno...

P: E tu continuerai a mantenere questa cosa dei Lupi grigi, del Kgb, dell'Est...

A: Assolutamente, farò un sacrificio. Basta che il Vaticano dica: aiutiamo, ordiniamo al capo della Cia, un cattolicissimo, lo farà anche per Cia. Ha fatto un sacco di cose per ****** (incomprensibile, ndr.), ha utilizzato il Vaticano. Un sacco di cose, ma non posso raccontare tutto.

P: Ma tu dici: la responsabilità è del Vaticano. Cioè, l'hanno fatto per liberare te. E loro che ottenevano?

A: Eh questo... avevano una parola d'onore, capisci? Qualcuno mi ha dato parola d'onore dal Vaticano e hanno obbligato a farlo. Però oltre questo non andiamo perché...

P: No.

A: Loro hanno fatto questo. Quando non è stato più possibile, il discorso chiuso, rimasto così. Non è stata liberata Emanuela solo...

P: Questo è un altro discorso. Anche il primo ordine è arrivato sempre da dentro?

A: Non dico niente, il discorso è questo: siccome hanno fatto questo, devono ritornare al primo punto. Cioè *** (incomprensibile, ndr.), oppure dire: ha trovato un'occasione, è fuggita dalla villa. Può essere anche questo.

P. E questa sarebbe la speranza? Solo così?

A: No, il Vaticano lo fa, lo farà. Io garantisco: così la Cia può portare in Turchia. La Cia deve portare Emanuela in Turchia. Ma Turchia cos'è? Un burattino della Cia... un burattino americano, questo non è un Paese libero, una volta America, pardon, Italia, era una fattoria della Cia, capisci? Adesso Turchia è un Paese, un Paesino al servizio dell'America, quindi la Cia può portare Emanuela in Turchia. Liberiamo qua. Diciamo che i Lupi grigi hanno liberato, io dico sì, l'abbiamo noi rapita in Italia e liberata in Turchia. Gli unici responsabili si chiamano Lupi grigi, il Vaticano non vede nessun danno, lui non c'entra. Questa è unica cosa, altrimenti è impossibile quale (incompresibile, ndr.), non sanno niente

P: Allora il primo passo da fare qual è?

A: Giovanni Battista Re.

P: Convincerlo?

A: Eh...

P: E se lui mi dice: dai retta a queste cose? E se dice: non è vero niente, ma che scherzi?

A: Posso mandarvi qualche documento.

P: Lo mandi a me.
A: *** (incomprensibile, ndr.) Vaticano. Certo, tu dirai: ecco qua il responsabile.

P: Io devo avere qualcosa in mano: vado su e dico guardate qua.. che se loro... li conosci, se io vado così... loro mi dicono: no, no, sta farneticando.

A: Ah possono dire questo. Tu dici: quello è un potere, la logica...

P: Però se io porto dei documenti, porto delle prove. Ti do l'indirizzo...

A: Sant'Anna... no?

P: No, sto fuori, poi ti dò l'indirizzo oppure li puoi mandare...

A: No, sarebbe....

P: Me li puoi dare adesso o no questi documenti? Prima che parto.

A: No, adesso non ce l'ho.

P: Non abiti qua?

A: No, io sono venuto, sono cento chilometri lontano. No, non ce l'ho adesso. Neanche là... qualcosa.

P: Hai qualcosa che riguarda proprio Emanuela o puoi riuscire a ottenerla?

A: *** (incomprensibile, ndr.) perché Emanuela...

P: No? Io dico: i primi tempi, anche qualcosa dopo il rapimento.

A: No, no, perché il Vaticano di questo non mi ha mai informato, non mi hanno detto sta qua o sta là, mi hanno detto ti abbiamo mandato un regalo.

P: Cosa ti hanno fatto sapere?

A: Avevamo qualche lettera, qualche.... adesso questo sarebbe un bene anche per il povero Papa polacco, questo era un uomo buono.

P: Anche per quel povero papà mio.

A: Il Papa non sapeva nulla, il Papa polacco non sapeva nulla, ha sofferto per voi, ha sofferto tanto, ha fatto otto appelli, quindi la sua parola non deve cadere nel nulla, capisci, otto appelli, poi vi ha detto farò tutto il possibile, di lui si sa tutto...

P: E' stato vicino alla famiglia.

A: Quindi, anche nel rispetto del Papa devono fare un atto di carità, altrimenti questo sarebbe un tradimento contro il Vangelo: lasciare Emanuela là altri vent'anni... Io vi dico che... ecco io vi dico: ho portato Emanuela sia sotto controllo sul territorio vaticano. In mano ai giornali e televisioni sarebbe un disastro.

P: Perché Emanuela secondo te sa come sono andate le cose?

A: Certo.

P: Di chi è la responsabilità?

A: Certo, ci sono preti, suore... intorno.

P: Perché è in un ambiente di preti?

A: Preti, suore, non importa, lo sa a chi è in mano.

P: Potrebbe stare in un convento?

A: Eh sì, assolutamente, ma non è importante. Sa perfettamente che è in un ambiente religioso. Emanuela non sta male, non ha mai subito nessun maltrattamento. Sta benissimo, però non deve continuare, perché sarebbe un tradimento contro il Vangelo, contro il Cristianesimo, contro tutti, anche contro la vostra patria. Questo non serve a nessuno, deve finire... io voglio questo, non danneggerà nessuno. Io garantisco il Vaticano che ogni responsabilità finisca su di noi, basta che Emanuela venga liberata.

A: **** il principe **di Liechtenstein, Hans-Adam, è venuto in Vaticano. Questo principe è uomo dell'Opus Dei, è venuto******* e con alcuni importanti personaggi del Vaticano, hanno deciso in quell'incontro di portare Emanuela in un Paese sovrano e impenetrabile, di tenere per un periodo Emanuela nel palazzo imperiale, quindi impenetrabile, uomini dell'Opus Dei l'hanno portata là. Dopodiché non so dove hanno portato Emanuela, non so se è rimasta là o l'hanno portata in qualche altro principato, qualche altro Paese dove regna il potere vaticano, o il potere dell'Opus Dei, o dei domenicani, non so. Però ho la certezza che Emanuela sta bene. La Cia ha organizzato come si deve fare, perché uno di quegli agenti della Cia in questa storia è coinvolto, si chiama *****, è uomo della Cia, **** in qualche modo coinvolto, ma è morto e quindi non possiamo chiedere niente. Lui sapeva qualcosa, era collegato anche con domenicani e Opus Dei. Questo l'inizio della storia, poi dove si è evoluto, dove è finito...

P: Non sai se in questo momento sta sempre in un Paese europeo o potrebbe stare anche fuori...

A: Secondo me in un Paese europeo sarebbe meglio sotto controllo, perché in un Paese straniero sarebbe difficile. Adesso rimane unica cosa da fare dal Vaticano per la carità cristiana, ora basta... La cosa più facile del mondo. A voi spetta una cosa importantissima: dovete garantire il Vaticano. Non garantite, non lasceranno. Al Vaticano dovete dare la parola d'onore e la garanzia che Emanuela non parlerà alla stampa. Oppure se parlerà, sarà sotto il controllo assoluto. ******* alcuni turchi o altri ***************. Questo deve essere fatto e lo farà la Cia, l'organizzazione del rapimento e la conduzione di queste telefonate, depistaggi, affari dei servizi segreti. Io ti dico: la Cia e Sismi insieme.

P: E i servizi segreti dell'Est?

A: Ah, qualche depistaggio può essere, per addossare...

P: Perché una volta è stato intervistato Bohnsack (Guenter Bohnsack, ex colonnello della Stasi, i servizi segreti della Germania Orientale, dirigente della Abteilung X, il dipartimento addetto ai servizi internazionali, talvolta impegnato in azioni di disinformazione, ndr.). Avevano mandato quelle lettere.

A: Qualche depistaggio per addossare responsabilità della trattative sui Lupi grigi.

P: Loro dicevano per proteggere...

A: Sì, ma questo.. non... altrimenti non si avrà nessun risultato, quest'illusione continuerà perché la menzogna non paga. Soltanto, come dice il Vangelo: la verità vi renderà liberi, dal Vangelo di Giovanni. Sull'entrata della Cia, la verità vi renderà liberi, e la Cia è coinvolta in questa storia. Il capo della Cia, William Casey (direttore del servizio segreto americano dal 1981 al 1987, quando morì, ndr.). Capisci? Alla fine ha anche confessato, lui ha detto abbiamo *** (incomprensibile, ndr.) questa storia. Non c'è nessun segreto. Rimane soltanto il caso di Emanuela.

P: Possono avere, oltre al fatto della richiesta per la tua liberazione, avere anche altri scopi.

A: Qualche ricatto può essere contro il Vaticano. Per esempio parliamo di Sisde. Il Sisde sapeva, Vincenzo Parisi era un cattolico praticante, lo so, lui ha scritto un rapporto, parla chiaramente..

P: Sì, lui diceva che la mente era Marcinkus.

A: Il Vaticano. Lui dice: assolutamente questa è una storia vaticana. Però questo quando uscito fuori nel '94, quando il capo del Sisde, come si chiama, Malpica, e la sua banda hanno truffato 50 milioni di dollari, poi sono stati arrestati (Riccardo Malpica, ex direttore del Sisde, venne incriminato nel 1993 per lo scandalo dei fondi riservati e fu condannato a 3 anni e 3 mesi, ma si dichiarò innocente in un libro-intervista, ndr.). Quel tempo hanno chiesto aiuto al Vaticano: aiutateci. Quando il Vaticano non li ha aiutati, loro hanno dato alla stampa quel top secret del caso Orlandi, Vincenzo Parisi, quel rapporto. Hanno detto: Emanuela Orlandi rapita del Vaticano. Questo, qualche ricatto di questo tipo hanno fatto, hai capito? Questo è stato, ma nient'altro.

P: No, no, ma io dicevo proprio gli esecutori, il rapimento fatto esclusivamente per...

A: Assolutamente. Non c'è nient'altro. Tu dirai: com'è, questo è un qualcosa che supera anche la logica umana, capisci, come il Terzo segreto, come puoi spiegare quell'incontro mio con il Papa, è una cosa che... davanti alla stampa mondiale, è qualcosa di inaudito.... il caso Orlandi è una piccola...

P. Io pensavo che avevate parlato di Emanuela.

A: No.

P: Perché lui era venuto da poco a casa nostra...

A: No, questo noi dobbiamo farlo anche per la memoria del Papa, perché lui ha sofferto, lui ha fatto otto appelli, dove finirà? Nel nulla. Per il rispetto del Papa polacco, devono liberare. Lui non sapeva nulla. Non c'entra nulla. Ha sofferto tanto. Rispettate pure quell'uomo, il più grande Papa della storia. Il dovere morale, capisci, di liberare Emanuela. Se potessi parlare, magari venire in Vaticano a parlare con Giovanni Battista Re, sarebbe molto meglio. Però dovrei parlare anche con Papa Ratzinger, ma anche lui dovrà aver sentito qualcosa, lui era lontano da questa storia, però...

P: C'era in quel periodo, però.

A: Sì, sì, era il quarto uomo del Vaticano, avrà sentito qualcosa. Basta un ordine. Un ordine del Papa è un ordine e basta. E si deve eseguire.





http://www.repubblica.it/esteri/2011/06/22...greto-18054522/
 
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view post Posted on 25/6/2011, 10:38     +1   -1
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Ho visto rapire Emanuela Orlandi"
Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze mai chiarite il 22 giugno 1983 all'età di 15 anni

Lo dice l'ex agente del Sismi
Luigi Gastrini: «Abbiamo gestito noi il sequestro»

GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO
Io, supervisore del sequestro, ero in piazza Sant’Appollinare quando Emanuela Orlandi fu rapita». A 28 anni da un caso di cronaca divenuto giallo internazionale, anche la procura di Roma indaga sulla «pista inglese» e sulle dichiarazioni ai mass media di un ex agente del Sismi. Luigi Gastrini (55 anni, siciliano, da poco rientrato a Bergamo dallo stato brasiliano di Minas Gerais) sarà ascoltato nei prossimi giorni dai pm di Roma che si occupano della scomparsa della cittadina vaticana. Ieri sera Gastrini al Tg1 ha rivelato la sua presenza in piazza Sant’Appollinare quando fu rapita Emanuela Orlandi e si è attribuito un ruolo di supervisore nel sequestro.

Lo 007 sostiene che la figlia del commesso della Casa Pontificia, Ercole Orlandi, è in un manicomio dove «fu portata subito dopo il rapimento» e per questo sarebbe già stato sentito dalla procura di Bolzano. In Alto Adige una testimone ha riferito di una ragazza somigliante alla Orlandi con «un girocollo non metallico» ora riconosciuto dalla famiglia. «A Bolzano sono stato sentito come persona informata sui fatti e ho risposto alle domande sulla presenza di Emanuela in un manicomio londinese - afferma Gastrini -. In questi giorni sono stato minacciato, non ho paura per me ma per la mia famiglia. Questa gente non scherza. Emanuela è passata in Germania, Francia e Inghilterra.
La famiglia deve scovare in fondo a cosa faceva Ercole Orlandi: scoprirà cose che non le piaceranno». Secondo Gastrini, Ercole Orlandi aveva saputo di giri di denaro da «pulire» legati all’Istituto Antonveneta. Sono in corso accertamenti circa la credibilità e l’affidabilità dell’ex agente del Sismi, anche «inerenti alla sua persona ed alla sue dichiarate qualifiche».

Intanto Pietro Orlandi è rientrato a Roma dopo aver cercato senza esito la sorella in due strutture psichiatriche di Londra e Birmingham: a tutti ha mostrato una fotografia del viso «invecchiato» de Emanuela elaborata dalla polizia. Nulla da fare. L’ospedale di Birmingham aveva una struttura psichiatrica abbattuta 3 anni fa e i pazienti sono stati trasferiti ad altre unità, anche private. Un nome Orlandi c’è nei registri di un altro centro a Welwyn nell’Hertfordshire. Gli amministratori hanno chiesto la sua documentazione per farla vedere ad alcuni psichiatri che hanno lavorato nella struttura in passato. Anche Ali Agca, in un colloquio con il fratello, chiama in causa il Sismi e indica un piano per la liberazione dando la responsabilità ai Lupi grigi. «Emanuela si trova in una località europea, ci sono preti e suore che si occupano di lei, bisogna chiedere la verità al Vaticano», aggiunge l’attentatore di Karol Wojtyla.

Ma quella che vieneoggi alla luce è davverouna nuova pista investigativa, oppure è solo un depistaggio o ancora il tentativo di accreditarsi come protagonista per promuovere futuri memoriali e «libri-verità»? I fatti sono ancora avvolti dalla nebbia. Poco più di un anno fa, le indagini della Procura di Roma hanno ripreso slancio con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone legate agli ambienti della Banda della Magliana. Ora riprendono i colpi di scena e le segnalazioni. La scomparsa della cittadina vaticana inizialmente considerata come allontanamento volontario di un’adolescente è divenuta negli anni una delle vicende più oscure e intricate della storia italiana coinvolgendo Vaticano, Ior, mala romana e Banco Ambrosiano.

Emanuela Orlandi frequenta una scuola di musica a piazza Santa Apollinare a Roma. Il 22 giugno, esce dalla lezione dieci minuti prima del previsto, telefona alla sorella maggiore riferendole che le era stato proposto un piccolo lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici) ad una sfilata di moda pagato esageratamente (375mila lire). Da allora è svanita nel nulla. Gastrini c’era?



http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/a...lo/lstp/408720/
 
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Il superteste e i finti nomi: «Emanuela
e Mirella divennero Fatima e Rosi»
Tutti gli alias dell'intrigo descritto da Accetti: la Orlandi ribattezzata con riferimento al Terzo segreto


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Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi
ROMA - Emanuela? «Diventò Fatima». Mirella? «Rosi, come una signora bulgara che era nei nostri interessi». L'amico della Gregori? «Un certo marchese...». Si è conclusa ieri con l'undicesimo interrogatorio la prima fase dell'istruttoria rivitalizzata tre mesi fa da Marco Fassoni Accetti, il fotografo che si è autoaccusato di aver avuto un ruolo nei sequestri Orlandi e Gregori. I magistrati Giancarlo Capaldo e Simona Maisto, acquisito il lungo racconto del superteste (nonché indagato), passano ora all'esame dei riscontri, complicati dall'uso di moltissimi alias.


Il super-testimone Accetti
Il piano d'azione della Procura è duplice: da un lato le perizie foniche, per appurare se la voce di Accetti corrisponde a quella dell'«Amerikano», il principale telefonista dell'estate 1983; dall'altro la ricerca di altri testimoni. L'operazione non sarà semplice: Accetti ha parlato di un «nucleo di controspionaggio» formato da laici ed ecclesiastici, col supporto di fiancheggiatori della Stasi, incaricato negli anni '80 di «lavori sporchi» all'ombra del Vaticano. Due di queste «azioni» sarebbero state i sequestri di Emanuela e Mirella, attuati con l'inganno e la complicità involontaria di almeno 5 amiche.
Obiettivi? Indurre Agca a ritrattare le accuse ai bulgari per l'attentato a Wojtyla («in modo da tutelare il dialogo tra Santa Sede e blocco comunista») ed esercitare ricatti su Gendarmeria, Ior e ambienti vicini al papa polacco. Uno dei problemi emersi è che la versione di Accetti, non suffragata da chiamate in correità che il fotografo non intende fare, ha tutti gli elementi per apparire surreale, abnorme, frutto di mitomania. Basti pensare all'uso di nomi in codice o scelti per evocare altro.



Manifesti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Emanuela, che «fu a Roma per tutto l'83 e poi portata in Francia», secondo il teste era stata ribattezzata Fatima (con tanto di passaporti indiano e iraniano), per richiamare il terzo segreto, di cui vaneggiò anche Agca. Mirella, invece, Rosi: da Rossitza Antonov, moglie del caposcalo della Balkan Air arrestato per l'attentato. Alla Gregori, inoltre, sarebbe stato intimato di dire che al citofono il giorno in cui sparì la chiamò l'amico Alessandro, per «ricordare» a chi di dovere il capo dello Sdece, servizi segreti francesi, marchese Alexander De Marenches.
E ancora: «Pierluigi», autore delle prime telefonate, «alludeva» a un tal monsignore, acerrimo nemico di Marcinkus; «Barbarella», come fu anche chiamata la Orlandi, doveva servire «a localizzare la ragazza» in zona Campo de' Fiori, vicino la chiesa di Santa Barbara; e infine la basilica di Santa Francesca Romana, dove l'«Amerikano» telefonò una volta, altro non sarebbe stato che un riferimento al doppio nome della nipote di Ilario Martella, giudice istruttore su Agca e accusatore dei bulgari, per questo minacciato.

Scenario inverosimile, fantasmagorico? «Ma di che vi stupite? - replica Accetti - Leggere questi fatti con gli occhi di oggi è vano. Vero è che all'epoca, in piena guerra fredda, operazioni del genere avvenivano così: tramite codici, coperture, raffinatissime dissimulazioni».

http://roma.corriere.it/roma/notizie/crona...950930250.shtml
 
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CodiceVincenzo
view post Posted on 4/7/2013, 09:30     +1   +1   -1




Ormai si sta ampiamente diffondendo, più che un opinione una quasi certezza, che fassoni accetti è il fotografo di fiducia dei pedofili di roma e tutto il resto è stato "gonfiato" come super intrigo internazionale sia per depistare sia per approfittare con ricatti costruiti.
Non è un caso che sia il magistrato, sia il papa francesco stanno confermando che la orlandi è morta
 
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view post Posted on 20/5/2014, 20:50     +1   -1
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In merito al caso ho trovato questo articolo
e si citano proprio delle foto con Emanuela

Emanuela_Orlandi

Paolo Pietroni “Un frate domenicano mi ha raccontato la verità su Emanuela Orlandi”

Paolo Pietroni (scrittore) a La Zanzara su Radio 24: “Un frate domenicano mi ha raccontato la verità su Emanuela Orlandi”. “Un cappuccino dell’Aquila ha visto due foto della Orlandi con Marcinkus e De Pedis”. “La Orlandi vittima di un gioco di natura sessuale”. Forse verità su Emanuela Orlandi a Santa Maria delle Grazie a Milano.


C’è un padre domenicano che sa qualcosa sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Che sarebbe morta durante un gioco di natura sessuale. Il religioso, che attualmente si trova nella basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano, ne ha parlato con un giornalista e scrittore, Paolo Pietroni, autore del romanzo ‘Io sono un angelo nero, edito da Barion. E spunta fuori un prete cappuccino del ‘Movimento per la vita dell’Armata bianca della Madonna’ de L’Aquila che avrebbe visto due foto della Orlandi, di cui una in compagnia dell’allora arcivescovo Paul Marcinkus. “Negli ultimi anni – racconta Pietroni a La Zanzara su Radio 24 – ho coltivato un’amicizia con un padre domenicano di Santa Maria delle Grazie a Milano. Lui mi ha detto: forse ti posso dare una mano per le tue ricerche. Mi ha parlato molto dei Legionari di Cristo e anche delle cose segrete di un’altra congregazione, l’Armata Bianca della Madonna”. Può fare il nome di questo frate, chiedono i conduttori?: “No, è un amico che mi ha aiutato ma non vuole scoprirsi. Comunque è vivo”. “Mi ha parlato di un gioco – racconta Pietroni – di cui è rimasta vittima la Orlandi. Lei è stata attratta volontariamente da un gioco più grande di lei, che all’inizio sembrava innocente. Un’avventura. Forse come alcune ragazze della sua età era annoiata. Non sarebbe stata sequestrata contro la sua volontà, anzi era sensibile a correre delle avventure anche per gioco. Avrebbe accettato un invito, ma ripeto non contro la sua volontà. Alla fine è caduta in un tranello ed è rimasta vittima di un incidente”. Incidente di che tipo? “Un incidente di tipo sessuale, almeno così dice il frate domenicano”. “Il padre domenicano – prosegue Pietroni a La Zanzara – ha degli indizi perché è arrivato a sapere dell’esistenza di un frate dell’Armata bianca della Madonna che avrebbe visto due immagini, due fotografie delle quali era protagonista Emanuela Orlandi. Nella prima appare, sorridente, insieme all’arcivescovo Marcinkus, nell’atmosfera di un gioco, di un divertimento. Nella seconda si vede il corpo ‘composto’ insieme a quello di Sergio De Pedis, forse una composizione funebre. Ma non è detto”. “Fino al 2010-11 – dice ancora – il cappuccino era vivo, immagino lo sia anche adesso. E si trova a L’Aquila. Ma le immagini probabilmente le ha viste a Roma, prima di aver fatto parte dell’Armata Bianca. Questo frate forse si trovava a Roma per gli esercizi spirituali, non so”. Perché il frate domenicano non è mai andato da un giudice? “Perché non ha le prove e perché molte di queste cose che ha saputo vengono da una confessione. Lui le foto non le ha viste, ne è venuto a conoscenza. Certo il frate cappuccino gli ha detto che era Emanuela Orlandi. Come poteva andare da un magistrato? I sacerdoti hanno una condotta molto ligia sulla riservatezza”.


http://www.liberoreporter.it/index.php/201...la-orlandi.html
 
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