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Geometria sacra applicata a Giza

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felix64
icon10  view post Posted on 27/9/2004, 14:39 by: felix64     +1   -1




Non mi stancherò mai di ripeterlo che tutta la nostra conoscenza astrologica e basata su antichi documenti che nel tempo potrebbero essere stati modificati e che oggi grazie alla tecnologia stiamo riscoprendo come molto più dettagliati delle scoperte dell'ultimo secolo.
La conoscenza astronomica la dobbiamo esclusivamente a due divinità sumere che sono padre e figlio:
EA/ENKI e NINGISHZIDDA.
Meglio conosciuti dagli egizi come:
Ptha e Thoth.

Queste due divinità hanno creato la documentazione e le strutture megalitiche che sono servite per i calcoli astronomici sia dei pianeti compreso NIBIRU che dell'agricoltura.Vediamo adesso come la numerologia,simbologia e geometria possa essere applicata ad una di queste strutture(Internet offre molti spunti interessanti per chi non è documentato ed anche per riassumere velocemente).

Fibonacci il suo diagramma e i suoi numeri

numeri di Fibonacci sono una sequenza matematica, i cui elementi e i cui rapporti si riscontrano in una straordinaria varietà di fenomeni naturali e artistici.

A questa sequenza fu dato il nome del suo scopritore duecentesco, Leonardo Pisano, detto Fibonacci. In una sezione del suo famoso trattato, Liber Abaci, questi poneva un problema matematico: Se una coppia di conigli rimane isolata, "quanti conigli nasceranno nel corso di un anno, ammesso che ogni mese una coppia di conigli ne produca un'altra coppia, e che i conigli incomincino a partorire due mesi dopo la propria nascita?".

Per arrivare alla soluzione, possiamo preparare tre liste. Su una segneremo il numero totale delle coppie di conigli alla fine di ogni mese, su un'altra il numero delle coppie feconde, e sulla terza il numero delle coppie immature. Le tre liste risultano identiche (ove si eccettui il fatto che la lista delle coppie immature incomincia con 0, e alla lista di tutte le coppie manca il primo numero di tutta la sequenza, cioè 1). La lista di tutte le coppie per ogni singolo mese si presenta così: 1, 2, 3, 5, 8, 13,21,34, 55, 89, 144, 233 e 377. L'ultima cifra della lista dà la soluzione del problema: nel corso di dodici mesi nasceranno 376 coppie (dobbiamo sottrarre da 377 la prima coppia, che era già nata).

L'intera sequenza di Fibonacci deriva dalla lista delle coppie mature: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 ecc. Questa successione numerica ha la proprietà matematica che ogni elemento (a partire dal secondo) è uguale alla somma dei due precedenti. Usando questa formula è possibile estendere la sequenza all'infinito.

La sequenza ha un'altra proprietà matematica interessante, che si può notare calcolando il rapporto di ogni elemento con quello precedente . Partendo dai primi due elementi, il rapporto è 1 - 1, o semplicemente 1. Il secondo rapporto è 2 - 1, o 2. Il terzo è 3 - 2, o 1,5; il quarto è 5 - 3 o circa 1,67; il quinto è 8 - 5, o 1,6. Gli altri sono 1,625, circa 1,615, circa 1,619, circa 1,618.

Nel settecento si scoprì che questi rapporti convergono su un numero irrazionale detto phi, i cui primi termini sono 1,618034. (più precisamente, phi, è 1/2 della radice quadrata di 5 più 1/2.) Questo significa che ogni numero è circa 1,618034 volte più grande del numero che lo precede.

Questo stesso numero phi, aveva già svolto una parte importante nella civiltà occidentale. Era noto come il numero aureo che gli antichi greci chiamavano proporzione divina.

Servendosi di riga e compasso, i geometri greci erano in grado di dividere qualsiasi linea data in due segmenti, in modo che il rapporto fra il segmento più lungo e quello più corto fosse identico al rapporto fra l'intera linea e il segmento più lungo. La divisione della linea era detta sezione aurea, il rapporto proporzionale era la proporzione divina, e il numero con cui era possibile esprimere tale rapporto era il numero aureo o aurea mediocrità. In altre parole, l'intera linea è circa 1,618034 volte più lunga del segmento più lungo, e il segmento più lungo è circa 1,618034 più lungo del segmento più corto.

La civiltà greca classica, e in particolare le tradizioni di Pitagora e Platone, tentò di unificare tutte le arti e tutte le scienze secondo rapporti armonici che a loro avviso erano inerenti all'universo. In ogni campo di studio - la società umana, per esempio - ogni individuo aveva un posto unico nella gerarchia di tutti gli individui. I rapporti gerarchici fra gli individui rispecchiavano dei principi matematici, e in particolare la proporzione divina.

Nel Timeo Platone sostiene che i tre termini di una divina proporzione - la più grande (la linea intera), quella di mezzo (il segmento più lungo) e la più piccola (il segmento più corto) - sono "tutti di necessità gli stessi , non sono che uno". In una progressione di divine proporzioni, ogni parte è un microcosmo, o modello minuscolo di tutto l'insieme.

Gli artisti e gli architetti greci facevano libero uso dei rettangoli aurei - rettangoli cioè in cui il rapporto fra il lato lungo e quello corto è il numero aureo. Essi ritenevano che quella figura fosse gradita all'anima. Se da uno spigolo di rettangolo aureo si taglia un quadrato, anche il rettangolo che rimane è un rettangolo aureo. Questi rettangoli aurei erano usati per disegnare la pianta del pavimento e la facciata dei templi . Il Partenone, sull'Acropoli di Atene, si conforma a questa regola
Anche i vasi greci e le statue che raffiguravano esseri umani erano costruiti secondo la proporzione divina. L'ombelico di una statua, per esempio, divideva l'altezza del corpo in due segmenti aurei. Poi il segmento superiore veniva diviso all'altezza del collo in altri due segmenti dello stesso genere. Gli occhi, infine, dividevano in maniera analoga la testa (vd. figura a lato).

A partire dal rinascimento anche la tradizione europea delle belle arti ha fatto frequente e deliberato uso della proporzione divina nella forma delle tele, nelle dimensioni delle figure e in altri particolari.

Anche i compositori si sono serviti di tale proporzione nelle loro partiture musicali. In questo caso, il tempo sostituisce lo spazio come dimensione da dividere. Per quel che è dato sapere, l'uso musicale della proporzione divina non fu intenzionale fino al Novecento. Ciò convalida l'idea che la proporzione è naturalmente piacevole.

Nell'Ottocento si scoprì che un'elevata percentuale di comuni oggetti rettangolari, quali le carte da gioco, le finestre, le copertine dei libri e ,e cartelle si avvicinano ai rettangoli aurei. Da allora i disegnatori commerciali si sono serviti volutamente delle dimensioni auree per disegnare involucri, vetrine e manifesti pubblicitari.

Una figura geometrica affine, la spirale aurea, è un altro mezzo col quale è possibile vedere la proporzione divina in molti oggetti. Per ottenere questa spirale, si disegni una serie di rettangoli aurei decrescenti uno dentro l'altro. Questo disegno mostrerà anche una serie di quadrati decrescenti. Si disegni ora attraverso questi quadrati una serie di archi circolari che abbiano come raggio i lati dei quadrati. La curva che ne consegue si avvicina alla spirale aurea, detta anche spirale logaritmica. (La precisa equazione della spirale aurea comprende il numero aureo come fattore).

La spirale aurea si può trovare nell'arte di molte culture e molto spesso anche in natura. Parecchie varietà di comuni organismi marini, dal plancton alle lumache al nautilo, presentano spirali auree nelle loro fasi di sviluppo o nelle loro conchiglie. La parte inferiore delle onde del mare forma delle spirali auree, inducendo i costruttori navali a dare la stessa forma alle ancore. Anche la maggior parte delle corna, delle zanne, dei becchi e degli artigli si avvicinano alla spirale aurea, così come fanno le braccia a spirale della Via Lattea e di molte altre galassie.

La spirale aurea compare nella coda delle comete e nella spirale di certi ragni.

Le spirali auree si possono trovare anche nella distribuzione dei semi nel capolino di molte specie di fiori, nell'ordinamento delle scaglie degli ananas e delle brattee sulle pigne.

Si è scoperto che questi ed altri esempi botanici hanno anche un'altra attinenza con la proporzione divina manifestata nella successione numerica di Fibonacci.

Sulla testa di un tipico girasole, per esempio, il numero delle spirali rientra molto spesso in questo schema: 89 spirali che si irradiano ripide in senso orario; 55 che si muovono in senso antiorario e 34 che si muovono in senso orario ma meno ripido. Questi sono tre numeri adiacenti delle sequenza di Fibonacci. Il più grande girasole che si sia mai conosciuto aveva 144, 89 e 55 spirali.

In molte specie vegetali, prime fra tutte le Astaracee (girasoli, margherite, ecc.), il numero dei petali di ogni fiore è di solito un numero di Fibonacci, come 5, 13, 55 o perfino 377, come nel caso della diaccola. Le brattee delle pigne si dispongono in due serie di spirali dal ramo verso l'esterno - una in senso orario e l'altra in senso antiorario. Uno studio di oltre 4000 pigne di dieci specie di pino rivelò che oltre il 98 per cento di esse conteneva un numero di Fibonacci nelle spirali che si diramavano in ogni direzione. Inoltre, i due numeri erano adiacenti, o adiacenti saltandone uno, nella sequenza di Fibonacci - per esempio 8 spirali in un senso e 13 nell'altro, o 8 spirali in un senso e 21 nell'altro. Le scaglie degli ananas presentano un'aderenza ancora più costante ai fenomeni di Fibonacci: non una sola eccezione fu trovata in un test compiuto su 2000 ananas.

I numeri di Fibonacci si trovano anche nella fillotassi, l'ordinamento delle foglie su un gambo. Su molti tipi di alberi le foglie sono allineate secondo uno schema che comprende due numeri di Fibonacci. Partendo da una foglia qualunque, dopo uno, due, tre o cinque giri dalla spirale si trova sempre una foglia allineata con la prima. a seconda delle specie, questa sarà la seconda, la terza, la quinta, l'ottava o la tredicesima foglia.

Queste scoperte in botanica, in zoologia e in astronomia non avrebbero sorpreso gli antichi greci, convinti com'erano dell'armonia geometrica dell'universo. A dire il vero, alcuni dei dati presentati in questo articolo sono stati usati in una moderna teoria di "simmetria dinamica", elaborata dallo studioso americano Jay Hambridge. Questa teoria attribuisce la potenza dinamica dell'arte greca al suo uso dei "quadrati turbinanti" della proporzione divina.

Forse si troverà ancora qualche principio che colleghi tutti gli esempi naturali di fenomeni aurei e indichi altre manifestazioni non ancora scoperte. Forse gli esseri umani hanno percepito inconsciamente tale principio in questi fenomeni naturali e se ne sono serviti come metro di giudizio per valutare le opere d'arte.

D'altra parte, non è escluso che si tratti soltanto di coincidenze. E' stato fatto notare che esiste soltanto un numero ordinato di disegni ordinati possibili per gli artisti. Una certa ripetizione di questi disegni è quindi inevitabile.

Inoltre, molte grandi opere d'arte non hanno nessun rapporto apparente con la proporzione divina. E molti esempi si avvicinano soltanto in maniera approssimativa all'ideale. Infine, il gusto per la proporzione divina può essere apparso naturale solo dopo un lungo uso da parte dei greci e dei loro imitatori.

Anche in natura troviamo che alcuni dei fenomeni citati non sono che manifestazioni occasionali o approssimative della spirale aurea o della sequenza di Fibonacci. In ogni caso questi esempi comportano soltanto un numero limitato di fenomeni. Sono state avanzate teorie specifiche in vari campi per spiegare alcuni casi particolari, come la fillotassi (la disposizione delle foglie). Ebbene, queste teorie non hanno alcuna applicazione universale.

Anche se non si trova mai una spiegazione universale, lo studio dei fenomeni aurei e delle successione numerica di Fibonacci può essere visto come un nobile esercizio nella ricerca di unità e di rapporti matematici. In fin dei conti, la ricerca era una caratteristica fondamentale della filosofia greca e anima tuttora la scienza moderna.
Sezione Aurea e diagramma di Fibonacci
Se l’uomo è destinato a tornare al cosmo, come avverrà tutto ciò? I crops sembrano ancora una volta contenere la risposta ed è ancora la spirale a indicarci la strada. Il 7 luglio 1996, presso Stonehenge, è apparsa una meravigliosa formazione a spirale. E’ il simbolo della “Sezione Aurea” (che per i Greci rappresentava la perfezione) e del “Diagramma di Fibonacci” (da Leonardo Fibonacci, matematico del XIII° secolo). Questa forma è il risultato di una sequenza di numeri interi, nei quali ogni singolo valore è dato dalla somma degli ultimi due (vedi figura). Ogni valore ottenuto è riportato in un diagramma che assume la forma di una spirale, perfettamente coincidente con quanto rappresentato nel crop circle di Stonehenge: forse i "circlemakers" hanno voluto comunicarci come è possibile arrivare al cosmo. Infatti la spirale aurea è basata sul valore di 1,615 che è un numero ricorrente in natura, riscontrato nel fiore di girasole così come nella spirale delle galassie. E’ inoltre presente nella doppia elica del DNA. La sequenza numerica di Fibonacci, così concepita, basilare per la geometria sacra delle civiltà antiche, è la chiave per capire come la natura disegni le sue creature (alberi, fiori etc.). E’ inoltre uno dei fondamenti della fisica convenzionale. E' quanto stiamo scoprendo oggi, accettando il fatto che l’Universo abbia più dimensioni o passaggi intercomunicanti nei quali i nostri visitatori viaggiano senza problemi, utilizzando delle feritoie in una griglia interdimensionale che si dischiude esattamente come una spirale. Gli antichi lo sapevano già, quando costruivano i loro monumenti sacri rispettando la “spirale aurea” (forse l’intero complesso di Giza, edificato sulla base della spirale aurea, aveva anche la funzione di collegare una dimensione all’altra).

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LA GEOMETRIA DELLA PIRAMIDE DI CHEOPE

Le teorie dei cosidetti egittologi sono alquantoche' insoddisfacenti. Sta di fatto che la tradizione esoterica attribuisce alle piramidi delle propieta' energetiche. Qualsiasi solido a forma di piramide sarebbe secondo antiche teorie un potenziale concentratore di energia cosmica. Il problema e' che per la Scienza Ufficiale che tutto vuol misurare e catalogare questa energia cosmica non esiste.

Costanti fisse nel rapporto tra le varie misure della piramide di Cheope sono due numeri molto singolari. Eccoli qui:
Pi greco = 3,141592654 e Phi (o sezione aurea) = 1,618033989
Per quanto riguarda il Phi o sezione aurea ricordiamo che e' il rapporto che esiste tra due valori numerici tra cui esiste questa relazione (considerando i due valori a e b ): (a+b) / a = a / b. Il risultato comune alle due espressioni e' appunto il Phi o sezione aurea.

Piramidologia e piramidi si riferiscono soprattutto alla Grande Piramide di Cheope che s’innalza per ben 146,7 m e che misura alla base circa 230,5 m da ogni lato, è ancora oggi oggetto di studio da parte di ricercatori di tutto il mondo. È un modello in scala 1:43.200 dell’emisfero boreale del mondo e alcuni la considerano anche una specie di almanacco dei secoli. Secondo Cayce essa custodisce la storia del mondo fino all’anno 1998, in cui è iniziata la Nuova Era dell’Acquario. La riscoperta dell’energia delle piramidi è storia abbastanza recente. Negli anni trenta il filosofo francese Paul Brunton ottenne dal Cairo il permesso di trascorrere un’intera notte nella Camera del Re. Egli fece un dettagliato resoconto dell’incredibile esperienza vissuta, descrivendo numerose meravigliose visioni, proiezioni astrali e parlò persino di una particolare iniziazione ricevuta nel sarcofago regale.

Nel 1968 il premio Nobel Dott. Luis Alvarez organizzò una spedizione in Egitto alla ricerca delle camere segrete della Grande Piramide mediante la misurazione dei raggi cosmici i quali perdono energia attraversando gli strato rocciosi della piramide e avrebbero così segnalato la presenza di eventuali spazi vuoti posti al disopra della Camera del Re. I dati raccolti furono elaborati da un computer del Cairo senza rivelare nulla di interessante. Lo stesso esperimento valutato in seguito dal Dott. Goneid diede risultati del tutto differenti, tali far supporre la presenza di energie sconosciute che alterassero la registrazione dei dati. Da allora in poi le ricerche sulla misteriosa energia della piramide si sono susseguite a ritmo sempre più incalzante. Ad esempio il centro ESP di Los Angeles California incominciò a valutarne gli effetti sulla creazione di forme-pensiero molto energetiche.

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L'Angolo aureo
a cura dell' Ing. Christian Lange



Osservando con accuratezza la natura, si nota una armonia onnipresente. Anche in musica si parla armonia. Ci sono delle frequenze e intervalli che sono piacevoli all'orecchio e quelli che non lo sono.

Viktor Schauberger, impiegato forestale austriaco ha intuito delle leggi naturali osservando un elemento essenziale naturale: L'acqua. Suo figlio, Walter Schauberger, ha sviluppato la teoria del cono iperbolico partendo da leggi acustiche (come Pitagora e Kepler).

La legge matematica della funzione iperbolica Y=1/X ovvero X*Y=1 ¨¨ identica al rapporto fra frequenze e lunghezza di una corda di un strumento musicale: Se si dimezza la lunghezza della corda, si ottiene la doppia frequenza rispetto la frequenza base etc..

La funzione iperbolica rappresenta una legge naturale universale. Scritto per lunghezza della corda l e la frequenza si ha:

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La rappresentazione grafica della funzione iperbolica ¨¨ la seguente:
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Facendo ruotare la curva iperbolica intorno l'asse Y, si ottiene una figura tridimensionale: Il cono iperbolico (rapp.). In una rappresentazione con coordinati polari, si ottiene una spirale tridimensionale, che gira intorno il cono iperbolico (rapp. a destra)
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Vedendo la spirale iperbolica tridimensionale dall¡¯alto, si ottiene la rappresentazione bidimensionale della spirale.
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Applicando dei piani di taglio sul cono iperbolico ad una altezza Z0 e sotto un angolo ¦Á, si ottengono a secondo dei parametri diverse curve ovoidiali.
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L'astronomo Johannes Kepler, basandosi sulla legge dell'armonia in musica, ha scoperto le 3 leggi Kepleriani che descrivono l'andamento dei pianeti intorno il sole. Nella sua opera
Astronomia nova ¨C physica coelestis ¨C de motibus stellae MARTIS del 1609 Kepler scrive:¡±La traiettoria della stella muovente non ¨¨ un cerchio, ma ha una forma ovoidale¡± e ¡°Si ¨¨ dimostrato che la traiettoria ¨¨ infatti ovoidale e non ellittico .¡± Per semplificazione dei suoi calcoli, ottenendo una approssimazione accettabile Kepler ha utilizzato le formule dell'ellisse. Per questa semplificazione utilizzata da Kepler, fino ad oggi in tutti libri si legge erroneamente che la traiettoria di un pianeta attorno al sole sarebbe ellissioidale mentre Kepler parlava di sempre di curve ovoidali. Comunque sia, per Kepler era gi¨¤ un successo poter dimostrare, che non si tratta di cerchi.
Oltre il cono iperbolico con i suoi tagli inclinati esiste una altra legge naturale universale che un'altra volta ha un suo riscontro nella legge armonioso della musica. Si tratta della sezione aurea o numero d'oro. Le proporzioni armonicali corrispondono alla sequenza di Fibonacci (1,1,2,3,5,8,13,21,34,...), in cui ogni cifra corrisponde alla somme delle due precedenti. Se si divide una cifra con quella precedente, si ottiene come valore limite (per cifre sempre pi¨´ grandi) il numero d'oro §¶=1,618034... con .
Il numero d'oro §¶ della sezione aurea ¨¨ l'unico numero esistente per cui valgono le seguenti condizioni:
1,618 = 1/0,618 = 1,618¨C1
1,6182 = 2,618 =1,618+1
Quindi sottraendo il numero 1 da 1,618 si ottiene il suo valore per inverso, aggiungendo il numero 1 a 1,618, si ottiene il suo quadrato. Inoltre il numero d'oro §¶ ¨¨ rappresentabile ¨Ccome tutti numeri irrazionali- da una frazione a catena. La frazione a catena del numero d'oro si basa esclusivamente fino all'infinito sul numero 1:
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Se sia il cono iperbolico e sia la sezione aurea sono leggi naturali universali, probabilmente sono concatenati fra di loro in maniera tale, che sono manifestazioni diverse di una legge naturale ancora pi¨´ alta. Infatti ¨¨ cosi e vogliamo dimostrare questa correlazione.
Per questo proposito vogliamo tagliare il cono iperbolico con una angolazione tale e ad una altezza tale, che si ottiene un uovo che ha proporzioni auree, quindi che ha una lunghezza 1,618034.. volte pi¨´ grande della sua larghezza
Per il calcolo dei singoli punti di questa curva ovoidale ,se utilizziamo la formula parametrica usando coordinati polari di Prof. Norbert Harthun e Prof. Ines Rennert , abbiamo:
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Usando un metodo iterattivo, usando diversi valori per l’angolo di taglio e altezza di taglio, si trovano i seguenti valori: Solo con un angolo di taglio di 51,84° e una altezza di taglio di 7,65 si ottiene un uovo con le proporzioni d’oro (calcolato con una precisione di 6 decimali). Nella rappresentazione si vede l’uovo con la sezione aurea.
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Questi valori non hanno ancora alcun significato. Esaminando invece le proporzioni della piramide di Cheope, si nota quanto segue: Se si divide il perimetro della base quadrata dal numero di PI Greco, si ottiene l’altezza della piramide.
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I 4 lati triangolari di questa piramide hanno una angolazione di esattamente 51,84° rispetto alla base. Se si misura la distanza fra la punta della piramide e il centro di un lato della base quadrata, si nota che questa distanza è esattamente 1,618034... volte la distanza fra il centro della piramide e il centro di un lato. Quindi la geometria della piramide di Cheope si basa –oltre su PI Greco- sostanzialmente sul numero d’oro ottenendo lo stesso angolo, sotto il quale si deve tagliare il cono iperbolico per ottenere un uovo con le proporzioni d’oro. Visto, che insieme alla sezione aurea appare sempre l’angolo di 51,84°, sarebbe opportuno di chiamarlo angolo aureo.

Un altra interessante nozione potrebbe venire fuori dalla geometria della molecola d’acqua. La molecola d’acqua è formata da un atomo di ossigeno e due atomi di idrogeno che formano insieme all’atomo di ossigeno centrale la forma di una V. L’angolo fra i due atomi di idrogeno è di ca. 104°, quindi l’angolazione sotto quale si trova l’atomo d’idrogeno rispetto l’asse di simmetria della molecola è di ca. 52°. Questo valore è molto simile al valore dell’angolo d’oro di 51,845°. Quindi c’è una correlazione fra cono iperbolico, la sezione aurea e l’acqua.


* Christian Lange è nato il 30.08.69 a Berlino.
Dopo le scuole superiori , ha studiato Ingegneria meccanica a Kassel.
Attualmente lavora come progettista nel campo dell' iniezione diesel elettronica
ed è responsabile tecnico di una casa automobilistica tedesca in Italia.

Da circa tre anni ha rivolto il suo interesse verso gli studi di Schauberger, che proclamava
una tecnica nel rispetto della natura utilizzando il principio naturale
dell'implosione (a contrario dell'esplosione che usiamo nella nostra tecnologia
consumando energia).

La natura e la sua energia implosiva è in relazione
con la sezione aurea

ROSTAU: IL SENTIERO DELLE PORTE NASCOSTE
di Mauro Paoletti


Il "Libro di ciò che è nel Duat" illustra il viaggio nel mondo dei morti sia del Re Sole che del faraone defunto. Percorso diviso in dodici ore, come le case dello zodiaco, che si trova riprodotto sulle pareti della tomba di Tutmosi III. I primi tre livelli del tragitto sono collegati fra loro da un cunicolo, ben visibile negli affreschi, che viene chiamato Re-stau, "il sentiero delle Porte Nascoste", "la Via delle cose segrete di Rostau". Con lo stesso nome viene chiamata anche la galleria situata all’interno della Grande Piramide che ricorda tale percorso in modo impressionante.
La stele della Sfinge di Tutmosi IV porta scritto che il monumento è accanto a Sokar a Rosta, nome con il quale si indica la piana di Giza, alla fine della via sacra degli Dèi.
In termini astronomici l’equinozio di primavera viene indicato nel punto cosiddetto "vernale", ossia il primo punto dell’Ariete; sembra che tale punto nel 10.500 a.C. si trovasse al disotto delle zampe posteriori della costellazione del Leone.
In tale epoca la Sfinge rappresentava in terra questa costellazione, quindi si ipotizza che sotto le zampe posteriori del monumento sia custodito un segreto.
Un antico testo riguardante Osiride parla di un "oggetto segreto" sigillato nell’oscurità, circondato dal fuoco, contenente le emanazioni del Dio, e tale "oggetto" sarebbe situato a Rostau, cioè Giza.
Secondo Mc Collum, tale luogo segreto, identificato nella leggendaria camera di Toth, si troverebbe al centro della spirale di Fibonacci stesa idealmente sopra l'area di Giza, in modo che la sua curva tocchi i vertici delle tre piramidi.
ROSTAU

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Secondo Mc Collum, la leggendaria camera di Toth si troverebbe al centro della spirale di Fibonacci stesa idealmente sopra l'area di Giza, in modo che la sua curva tocchi i vertici delle tre piramidi.
Il granito rosso, rinvenuto sotto la sabbia davanti alla sfinge, può far parte di un tunnel sotterraneo che si dirige proprio verso il centro della spirale di Fibonacci. Là sotto forse è custodita la testimonianza di una civiltà precedente.
Tracciando una linea dal centro della spirale fino alla pietra all'angolo nord orientale della Grande Piramide, passando dalle zampe posteriori della Sfinge, troveremo la Baia di Hudson, punto ove era situato il Polo Nord nel 9600 a.C..
Un antico nome della zona di Giza è Kherit Neter Akhet Khufu. Il significato si presta forse a più interpretazioni ma la parola Kherit significa "potere" e deriva da Kher che indica "sotto qualcosa", cioè "la parte in basso".
La cosa più singolare è che Khufu indica anche il nome di una ignota potente energia, dal che si può desumere che un "potere" di qualche genere sia stato nascosto sotto la necropoli di Giza.
Il vocabolo Rostau invece è usato anche per indicare una "rampa" che veniva utilizzata per spostare i sarcofagi e, forse, per tale motivo veniva indicata come il luogo del "trasporto", quindi l'ingresso del trasporto è Rostau.
Anche se ne viene negata ufficialmente l'esistenza è stato accertato che la Sfinge si trova davanti all'ingresso di un tunnel che la collega alla Grande Piramide, in passato parzialmente colmo di acqua.
Emblematico che 12.000 anni fa il disco solare si trovasse fra le zampe della Costellazione del Leone, allineato con la stella Regolo, indicando a Horus l'inizio del viaggio verso Orione, attraverso una delle due vie di Rostau. È il momento in cui Horus è davanti al cancello di Rostau e, secondo quanto scritto nel Libro di ciò che è nel Duat, deve scegliere fra due strade, una di terra e una di acqua, per arrivare al cuore del Duat, descritto come una misteriosa regione larga e profonda 230 metri, la stessa misura dei lati della Grande Piramide. Coincidenze?
Attraverso la lettura delle antiche scritture sappiamo che per gli Egizi il mondo dei morti aveva due porte, una rivolta verso il punto dove sorgeva il sole e l’altra dove l’astro tramontava. Queste porte erano contrassegnate dal corpo anteriore di un leone coricato.
I leoni posti a guardia delle porte ovviamente erano due, quindi se vi è quello che è rivolto verso il sorgere del sole dovrebbe esservi anche quello rivolto verso il punto in cui tramonta. Per questo qualcuno sospetta che possa esistere un'altra Sfinge. La seconda potrebbe essere sepolta fra le sabbie di Abido; le navi scoperte nella sabbia del deserto indicherebbero il luogo come l'uscita del Duat.
Nei dipinti che illustrano la quarta e alla quinta ora nel "Libro di ciò che è nel Duat", si osserva un Omphalos che rappresenterebbe il centro del Duat e il punto della Prima Creazione. Su di esso due uccelli, simboli usati dagli egizi per indicare i meridiani e paralleli, al disotto della pietra, racchiuso in un ovale, il Dio, protetto da due sfingi poste alle porte di entrata e di uscita del Duat.
I racconti antichi parlano di una dimora segreta conosciuta dai faraoni come un luogo di culto, il cui ingresso sarebbe accessibile attraverso una cripta, oggi occlusa dall’acqua, situata sotto la chiesa di San Sergio nella vecchia Cairo. Si tratta del labirinto menzionato da Erodoto?
Istantaneo il collegamento ad Edgar Cayce e alla sua predizione sul il ritrovamento di una "Sala dei Documenti".
Graham Hancock e Robert Bauval si sono chiesti se tale camera sia già stata rinvenuta e ispezionata dagli egittologi ufficiali, uniche persone cui venga permesso di scavare nella zona archeologica.
Le autorità egiziane hanno espulso dal paese la spedizione tedesca di Rudolf Gatenbrick che aveva trovato una camera segreta nella piramide. Il direttore generale degli scavi, Zahi Hawass, ha negato all’Occidente la possibilità di compiere rilevamenti in terra egizia. Ha inoltre dichiarato che dietro la porta non vi è nessuna camera segreta, sebbene all’atto della scoperta, preso dall’entusiasmo, dichiarò che si trattava della più importante scoperta storica fatta dall’uomo e che si sarebbe dovuta riscrivere la storia.
Era il 1995 quando, nel corso di visita agli scavi di un tempio e di tunnel sotterranei sotto la parte orientale della Sfinge, dichiarò: "Neppure Indiana Jones avrebbe sognato di trovarsi qui. Ora ci troviamo in questo tunnel dentro la Sfinge. Questo tunnel non era mai stato aperto. Nessuno sa cosa veramente vi sia dentro e ora stiamo per aprirlo…"
Non resta che chiedersi come mai ha cambiato parere tanto velocemente e ha proibito di fotografare e filmare i monumenti di Giza. Quale grande segreto sta proteggendo? Questo richiama alla mente la strana e misteriosa vicenda riguardante la sparizione dei bassorilievi di alcune pareti del Tempio di Dendera; le sculture rimaste raffigurano lampade ad incandescenza che ricordano i bulbi Rhotgen; cosa vi era rappresentato sulle pareti scomparse? Cosa si cerca di nascondere?
Documenti o manufatti di rilevante importanza storica e lungamente anteriori a quella che ufficialmente è considerata l’origine della specie umana. Documenti che potrebbero retrodatare considerevolmente la storia dell’umanità e ridimensionare quella Egizia; testi sui quali vi potrebbe essere documentata la conoscenza di un’avanzata tecnologia.
Quindi West, Bauval, Hancock diverrebbero gli eretici indesiderabili, perché seguendo le indicazioni di Cayce sono alla caccia di quella "Sala dei Documenti" ove si vuole custodita la scienza e la saggezza di Atlantide, relegando l’Egitto a semplice colonia dell’antico e leggendario Impero scomparso e non più una delle culle della civiltà.
Ogni monumento innalzato su questo pianeta, specie se antico, non fa parte solo del patrimonio del paese ove è situato, ma deve essere considerato patrimonio dell’intera umanità, che è tenuta, non solo a conservarlo intatto, ma a tramandarne il messaggio che esso racchiude, in quanto utile per la sua crescita e il suo sviluppo. Senza dubbio il nostro futuro dipende dalla conoscenza del nostro passato.
È pura ipocrisia negare, distorcere o disconoscere quanto accertato dall’uso di quelle tecnologie alle quali ci affidiamo quando cerchiamo un aiuto nella ricerca mineraria, petrolifera, sismologica. I risultati ottenuti in questi campi non vengono messi in discussione come al contrario avviene quando le stesse tecnologie sono impiegate in archeologia.
Il geofisico Dobelky mediante uno dei metodi usati dalla scienza ufficiale, ritenuto idoneo per lo studio degli strati profondi della roccia, in particolare quel sistema che fa uso delle vibrazioni, scoprì sotto le zampe della Sfinge cavità sotterranee artificiali.
Inoltre tale sistema viene usato normalmente per accertare gli effetti degli agenti atmosferici, di conseguenza il geofisico stabilì che la parte anteriore della Sfinge era più antica di quella posteriore, dal momento che gli effetti degli agenti atmosferici si potevano osservare fino a due metri e mezzo di profondità, mentre nella parte posteriore solo fino ad un metro.
Di conseguenza se la Sfinge risaliva a 4.500 anni fa, la sua parte anteriore era databile in effetti a 9.000 anni fa. È confermato che la testa sia stata scolpita in un grosso sperone di roccia in un remoto passato, quando quel luogo era coperto da una lussureggiante vegetazione. Il corpo venne aggiunto in un secondo momento.
Rimandiamo in appendice l'elenco delle più significative rilevazioni effettuate da scienziati, studiosi e fondazioni nella ricerca dei sotterranei nella piana di Giza, vani così grandi che a volte non è stato possibile accertarne le misure, dato che la profondità del pavimento è rimasta ignota.
Sono stati usati metodi ritenuti idonei per lo studio degli strati profondi della roccia, attrezzature tecnologiche, rilevazioni acustiche per immersione, sismografi, onde elettromagnetiche, misurazioni micro gravimetriche, perfino trapanazioni.
Inutile allora ostinarsi a negare i fatti che sembrano indicare l’esistenza di una precedente civilizzazione alla quale attribuire i monumenti.
Nel 1817 venne rimossa la sabbia che ricopriva il monumento riportando alla luce la statua di un Leone e tre steli, fra le quali una appartenente all’epoca di Tutmosi IV, 1425 a.C..
In una stele si legge che il Re fece restaurare il corpo della Sfinge. Zahi Hawass sostiene che a causa della scarsa qualità della roccia, l’erosione iniziò nel momento in cui il monumento fu completato; se così fosse sarebbe scomparso da cinquecento anni.
Quindi chi ha costruito la Sfinge e le Piramidi?
Semplici schiavi non hanno potuto certo sollevare e porre in opera, muniti solo di corde e bastoni, blocchi di granito di sei tonnellate; spostare due milioni e mezzo di blocchi in pochi anni, come si dice siano occorsi a Cheope per erigere la Piramide. Sappiamo bene che ne sarebbero occorsi almeno ben centocinquanta, e Cheope non ebbe una così lunga vita a disposizione.
Un equipe giapponese negli anni ottanta ha cercato di ricostruire, in scala ridotta, la piramide, disponendo di attrezzature moderne per la scienza ufficiale impensabili a quell’epoca, ma ha dovuto soccombere all’evidenza dei fatti e abbandonare il progetto per l’impossibilità di realizzo.
Il Tempio ad Assuan venne spostato per far posto alla diga, ma pur disponendo di tecnologie avanzatissime, la sua ricostruzione non fu perfetta.
Quando si afferma che la popolazione vissuta in quella regione non era in possesso dei mezzi tecnologici idonei per compiere tali imprese si ammette l’esistenza di una civiltà precedente e più evoluta, che ha lasciato come eredità del suo passaggio i monumenti di Rostau.
È difficile negare che i segni dell'erosione, presenti sulle pietre della Sfinge e del suo alveo, siano causati da intense precipitazioni avvenute oltre 12.000 anni fa, all'età del Leone.
Dato che "così in cielo, così in terra", come cita anche la misteriosa tavoletta di smeraldo, è lecito credere che a sud della Sfinge, vi sia una camera segreta, magari comunicante con quella situata sotto le zampe anteriori.
La strada che Horus deve percorrere per giungere a Osiride e al suo mistero, ai documenti che riveleranno all'uomo la sua origine, la sua storia e il suo destino.

APPENDICE
Sono state effettuate molte indagini con lo scopo di accertare l'esistenza di tali tunnel o camere segrete.

Nel 1973 con il contributo dello Stanford Research Institute, l'aiuto di un radar e di altre attrezzature tecnologiche furono compiute accurate ricerche di vani sotterranei.

Nel 1977 utilizzando il metodo della resistività elettrica fu localizzato un tunnel dietro le zampe posteriori della Sfinge e due cavità davanti alle zampe anteriori.

Nel 1982 praticando il metodo della rilevazione acustica per immersione sotterranea venne inserita una potente sonda acustica in un foro nel cubicolo sul fianco del monumento. Venne rilevato il segnale di uno spazio vuoto.

Il documento televisivo di John West "il mistero della Sfinge" è considerato un tentativo da parte di millantatori di voler dimostrare che il monumento risalirebbe a 15.000 anni fa e che i costruttori non furono gli egizi, ma una popolazione proveniente da Atlantide.

L'egittologo Mark Lehner respinge ogni concezione di una civiltà già esistente nel 10.500 a.C. perché come ha affermato, "abbiamo la responsabilità professionale di ribattere a concezioni che rischiano di derubare gli egiziani della loro eredità attribuendo le origini e le genialità della cultura fiorita nella Valle del Nilo a una civiltà scomparsa da tempo immemorabile come Atlantide". Nel 1979 Lehner fu direttore dei lavori che miravano a trovare camere segrete sotto la Sfinge, finanziati dalla Fondazione Cayce. I rilevamenti furono compiuti nel 1983 e di lì a poco divenne il direttore del Giza Mapping Project. La datazione al carbonio delle malte eseguita da Mark Lehner datò la piramide tra il 3809 e il 2869 a.C.; ben 400 anni più vecchia della stima ufficiale degli egittologi che la consegnano a Keope (2551-2528).

Nel 1987 un gruppo giapponese usando un metodo basato su onde elettromagnetiche identificò una cavità, di circa tre metri, sotto il passaggio orizzontale della camera della Regina nella Grande Piramide a circa un metro e mezzo di profondità. Identificarono anche una cavità dietro la parte ovest del muro a nord della camera. Non furono identificate cavità nella camera del re, forse a causa della densità dei muri di granito. Tre potenziali cavità furono identificate nell'area della Sfinge.

Nel 1996 i geofisici della Fondazione Joseph Schor, rilevarono altri nove ambienti sotterranei artificiali sotto lo strato roccioso nel recinto della Sfinge.

Nel 1998 il team del Professor Yoshimura rintracciò una cavità fuori del passaggio della camera della Regina vicinissimo al punto dove la rilevò nel 1986 un team francese. Rintracciarono anche una cavità grande dietro al muro della Camera della Regina ed il segno di un tunnel fuori della piramide, che sembrava estendersi sotto la struttura. Le autorità egiziane approvarono un progetto di esplorazione mai stato completato.

Nell'Ottobre 1992 il Professor Jean Kerisal fece parte di un gruppo che condusse penetrazioni radar sotterranee e misurazioni micro gravimetriche nel passaggio orizzontale. Fu identificata una struttura sotto il piano del passaggio orizzontale e un'altra nel lato ovest del passaggio, a circa sei metri prima dell'ingresso della camera. La sonda rilevò, a cinque metri di profondità sbarrata dal muro ovest del passaggio, una camera naturale nella roccia o una sistema di passaggi.

Dietro al corridoio che porta alla camera della Regina è stato a suo tempo rilevato un vano molto profondo, colmo di sabbia e di oggetti non identificati. Attraverso trapanazioni mirate sono stati prelevati dei campioni. Le analisi relative attribuiscono la sabbia, contenente un alto contenuto di metalli pesanti, ad un epoca precedente a quella delle glaciazioni. Inoltre quel tipo di sabbia si trova nel Sinai.
È interessante quanto scrive il Dottor Franco Cimmino, eminente egittologo. Le piramidi pongono tre quesiti: chi le fece erigere, perché e come furono costruite. Pur ritenendo certo che furono costruite dai sovrani per farne le loro tombe, cosa che alla luce delle nuove scoperte è del tutto discutibile, il Prof. Cimmino dichiara che il terzo quesito, come furono erette, "…rimane ancora oggi uno dei più irritanti problemi non risolti dell'archeologia. Meraviglia che, con i mezzi limitati di cui disponevano, siano riusciti a creare qualcosa che anche oggi rappresenterebbe un serio problema".
Ammettere questo significa confessare che non conosciamo chi le ha costruite e perché, quindi anche le prime due domande rimangono senza risposta.
 
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5 replies since 27/9/2004, 14:39   5788 views
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