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The AdministratorPosted: 27/2/2008, 10:17
Interessantissimo!
semiconductorPosted: 27/9/2005, 10:40
LA CALDAIA IDROSONICA di Andrea Rampado
lunedì 12 settembre 2005
Sono venuto a conoscenza di questo straordinario apparecchio che produce acqua calda e non solo in poche righe di un numero di Nexus (1) nelle quali..


venivano elencate le tecnologie free-energy più promettenti nell’immediato futuro.

A seguito di queste poche informazioni iniziai la mia ricerca trovando fin da subito un bellissimo articolo (2) che descriveva il funzionamento e le prestazioni della Caldaia Idrosonica; l’inventore, un certo James Griggs, oggi produce e vende queste “Pompe Idrosoniche” che garantiscono un risparmio energetico per il riscaldamento domestico e uso sanitario del 30%.

È garantita un’efficienza di trasformazione dell’energia elettrica in calore del 100% e fin qui nulla di strano, se pensiamo che oggi le migliori caldaie a metano a condensazione arrivano a punte di efficienza superiori al 110% senza per questo violare nessuna legge fisica, ma ciò che mi ha incuriosito di più è il fenomeno che si crea all’interno di queste caldaie o pompe idrosoniche.

Ero dell’idea che se questo fenomeno chiamato sonoluminescenza che si crea a seguito della formazione di violente onde di cavitazione fosse determinato da un principio fisico sconosciuto o meglio ancora poco studiato, probabilmente in futuro si sarebbero potute migliorare ulteriormente le efficienze di produzione d’energia termica, e a quanto pare così è stato.



Recentemente un’altra università Americana, la Purdue University (3) ha dato conferma, a seguito di alcuni esperimenti di laboratorio, che il fenomeno della sonoluminescenza produce in effetti delle trasmutazioni nucleari o fusione di nuclei atomici rilasciando grandi quantità di energia termica e a quanto sembra (ma non ne sono sicuri ancora del tutto) anche dei neutroni; oggi viene chiamata sonofusione, in precedenza l’annuncio era stato dato dalla Impulse Device inc., una società di ricerca privata su cui ho scritto un articolo “Con 50 € l’energia di un milione di litri di benzina” (4); qualcosa è stato scritto recentemente anche su Focus (agosto 2005).

Ma torniamo alle caldaie idrosoniche; la mia ricerca non si è fermata in America, anzi: praticamente è arrivata in Italia proprio sotto il mio naso, incredibile!!!

Dopo il recente articolo apparso su Nexus (5) ad opera sempre del mitico Giorgio Iacuzzo, nel quale descrive e racconta di una piccola realtà nel Trevigiano che produce artigianalmente e vende delle caldaie idrosoniche, una semplice ricerca mi ha permesso di scoprire che in Russia esiste una vera e propria accademia delle scienze, che ha sviluppato e prodotto pompe idrosoniche per i più svariati utilizzi, fino ad arrivare ad utilizzare il principio della cavitazione acustica come sistema di propulsione d’alcuni particolari siluri supersonici.

Quindi i primi e i più avanzati nel campo delle pompe idrosoniche e nell’applicazione della cavitazione acustica sono i russi?

Sembrerebbe di si, ma non è proprio così; i fenomeni che avvengono all’interno di una pompa a cavitazione acustica, o meglio le cause che producono il fenomeno che genera calore e quindi energia sono in verità molteplici e le cose non stanno come apparentemente sembrano, per questo motivo ad un certo punto della mia ricerca ho deciso di seguire un’altra strada, lo studio dei vortici, ma di questo ne parlerò ampiamente più avanti descrivendo il prodigioso tubo di Hilsh.

Non solo i russi quindi e non solo americani; e in Italia, possibile che nessun italiano abbia mai sperimentato o prodotto anche per caso un sistema simile alla pompa idrosonica?

Qualche tempo fa, a seguito del mio articolo sulla sonofusione, ho ricevuto una telefonata dall’Arizona; era un giovane italiano che mi raccontava una storia incredibile: questo italiano di nome Cristian, mi disse che da più di 25 anni stavano studiando, sperimentando e producendo pompe idrosoniche per i più svariati utilizzi.

Telefonicamente e via email siamo rimasti in contatto fino al suo ritorno in Italia e a questo punto ci siamo incontrati.

Durante questo incontro e negli incontri successivi, sono venuto a conoscenza di questa incredibile storia e di questa realtà “tutta italiana”; tutto ha avuto inizio tra il 1978 e il 1979, quando un parente stretto di Cristian (oggi ha solo 27 anni, all’epoca era praticamente ancora in fasce) si chiese come mai si fosse bruciato una mano toccando l’olio diatermico di una pressa idraulica, e da qui iniziarono degli studi che in seguito hanno prodotto il primo brevetto registrato in Svizzera nel 1982 e un secondo nel 1983, il “TERMOGAN” e l’“ERGOTHERM”; era iniziata un’importante collaborazione italo-svizzera per la ricerca e lo sviluppo delle applicazioni della caldaia idrosonica e della pompa idrosonica.

Fino al 1990 molte importantissime società si sono aggiunte in questa collaborazione e sperimentazione, società che ancora oggi operano nel settore dell’energia soprattutto nucleare. Sono stati commissionati studi, progetti di fattibilità, proposte di realizzazione di centrali termiche da almeno un MW, sono stati fatti test, sono state rilasciate certificazioni che attestano e dimostrano che l’energia termica prodotta è superiore all’energia utilizzata in ingresso, le stesse importanti società che collaboravano allo sviluppo di queste pompe hanno eseguito presso i loro laboratori dei test rilasciandone in seguito dichiarazioni incontrovertibili.

Poi, come purtroppo sempre accade gli interessi crescono a dismisura, diminuisce la comunicazione, aumenta la sfiducia e si rompono i rapporti; poco prima della rottura definitiva avvenuta nel 1990 tra inventore e finanziatori, nel 1989 viene registrato un ulteriore brevetto, questa volta italo-europeo: il riscaldatore dinamico “ECOTHERM”.

Nel 1990 viene effettuata la prima fornitura di caldaie idrosoniche ad un importante ente religioso italiano, una potenza installata ad uso riscaldamento e sanitario di 22 kWh. Prima di ciò utilizzavano una caldaia a metano, con una spesa media in gas di circa 8 milioni di lire mensili; con la caldaia idrosonica non hanno mai speso più di 2-3 milioni di vecchie lire al mese in energia elettrica.

In seguito altre strutture hanno avuto il “privilegio” di installare e in alcuni casi anche documentare i benefici e il risparmio ottenuto grazie alle caldaie idrosoniche. Un caso tra tutti emblematico è quello di una piscina dalle parti di Roma che utilizza la caldaia idrosonica da più di 14 anni senza aver mai fatto manutenzione!!!

Facendo un passo indietro ed esattamente al 1983, leggo una relazione certificativa sulle prove svolte su una THERMOGAN installata presso un laboratorio artigianale sito in Poggio Berni nei pressi di Rimini, la potenza della caldaia è di 10 kWh, il rapporto fra potenza assorbita e ceduta è stato pari a 3,65, in poche parole un’efficienza pari al 365%. Altre certificazioni documentano un’efficienza del 149% altre ancora solamente del 109%, ma tutte sopra al 100% di efficienza.

Ma torniamo al nostro amico Cristian. La domanda che tutti vi sarete fatti è che cosa sia successo dal 1990 ad oggi, com’è possibile che in 15 anni non se ne sia saputo più nulla, che non sia stata avviata una produzione in serie e una commercializzazione mondiale di queste caldaie?

La risposta a tutto questo non è facile, ma racchiude in se tutte le positività e le negatività dell’uomo in quanto tale.

Avviare una produzione in serie e quindi una commercializzazione comporta grandi investimenti, studi industriali, tutte cose che con dei patners giusti sono facilmente realizzabili, ma se ti sei bruciato una volta con il fuoco, la mano non la metti più…

In verità poi, aggiungo io, non esistendo una precisa spiegazione scientifica del fenomeno (il cui meccanismo è tutt’oggi incerto), le difficoltà aumentano a dismisura in questo confronto.

In virtù di questi motivi, per più di dieci anni queste meravigliose invenzioni sono rimaste nel cassetto nell’attesa, per l’inventore, di diventare forte abbastanza da poter sostenere da solo questi progetti e poterli finalmente presentare al pubblico.

Oggi finalmente una nuova generazione di persone ha fatto tesoro delle esperienze passate e procede verso un certo e sicuro miglioramento: Cristian ha costituito una società che si occupa solo di sviluppo e ricerca nel campo delle nuove tecnologie, è volato in America patria del Capital Venture e ha fondato la sua società nella meravigliosa Paradise Valley in Arizona. Gli sono stati commissionati studi per l’applicazione della pompa idrosonica nel campo petrolifero da importantissime società del settore, dato che è possibile miscelare acqua e diesel o olio in forma stabile e inscindibile, riducendo così in modo sensibile la produzione di gas inquinanti quando questi nuovi carburanti vengono utilizzati nei motori tradizionali.

Oggi si stanno sperimentando applicazioni in campo medico, nella decontaminazione dell’acqua, nella miscelazione di sostanze chimiche immiscibili, nella distillazione, e in un mucchio d’altre applicazioni alcune delle quali non sono purtroppo autorizzato ad esporre. Ecco cos’hanno sviluppato in assoluto silenzio in questi anni: l’ultima nata ha il nome di BYMBA.

Note:

<!--[if !supportLists]-->(1) <!--[endif]-->NEXUS nr.i 12 e 13

<!--[if !supportLists]-->(2) <!--[endif]-->http://www.xmx.it/pompaidrosonica.htm

<!--[if !supportLists]-->(3)http://news.uns.purdue.edu/UNS/html4ever/2005/050712.Xu.fusion.html

<!--[if !supportLists]-->(4) <!--[endif]-->http://www.progettomeg.it/art_rampado.htm

<!--[if !supportLists]-->(5) <!--[endif]-->NEXUS nr. 54

Fonte
http://www.nexusitalia.com/nexus_new/index...=437&Itemid=100